Diceva Stanley Kubrick: "Tutto quanto precede il montaggio è semplicemente un modo per produrre una pellicola da montare".
Il montaggio di un film, lungo o corto che sia, è considerato l’arte del “taglia” e “cuci”: tecnica che mediante la giusta combinazione dei quadri, delle scene, delle sequenze apporta senso, forma, ritmo e significato al filmato.Tuttavia il cinema per i primi 15 anni della sua vita ha quasi ignorato questa tecnica.Oggi il montaggio è considerato non solo un elemento essenziale del “linguaggio cinematografico e televisivo” ma anche il più specifico: quello che da il tocco finale all’intero prodotto audiovisivo.
A seguire 2 clip: la prima rappresenta il girato originale, la seconda il risultato dopo il montaggio.Questo esempio denota come un semplice montaggio riesca ad attrarre maggiormente lo spettatore.
Questo breve filmato si riferisce all'Abbazia di S. Maria di Vezzolano, in provincia di Asti.
Da Wikipedia:
Vi sono diverse ipotesi sull'origine del nome e della località, tra le quali l'apparentamento con la gens Vetia o al centro di Vézelay in Francia, dove già al tempo di Carlo Magno esisteva un'abbazia soggetta a Cluny. Probabilmente è più attendibile l'origine medioevale o regionale del toponimo da Vezola o Vetiola nel significato di recipiente d'acqua dato che nelle vicinanze dell'edificio scorre un ruscello.
Secondo una leggenda la fondazione della chiesa risalirebbe a Carlo Magno; secondo la versione più attendibile, l'imperatore nell'anno 773 stava cacciando nella selva di Vezzolano, quando improvvisamente gli sarebbero apparsi tre scheletri usciti da una tomba, provocandogli un notevole spavento. Aiutato da un eremita invitato a pregare Maria Vergine, egli volle edificare nel luogo dell'apparizione una chiesa abbaziale.
Secondo una ricostruzione storica si può pensare che fosse già esistente in epoca longobarda e che sia stata successivamente ingrandita godendo sempre di più di fama e ricchezza. Nel X secolo l'abbazia venne distrutta dai Saraceni, ricostruita e nel 1002 donata da Arduino re d'Italia a Oddone di Bruzolo che la diede in eredità ai suoi discendenti i quali la cedettero nel 1095 al preposto di Vezzolano. L'abbazia venne abitata da religiosi fino agli inizi dell'Ottocento, durante la dominazione napoleonica.
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