Caro navigatore che hai avuto l'incredibile fortuna di far naufragio sul mio blog, sei il benvenuto. Questo blog e’ qui per raccontarti un po’ di me attraverso la passione che ho per il cinema ed in particolare per quello amatoriale di viaggio. Non che mi aspetti che la cosa sia di alcun interesse per chiunque non mi conosca gia’. Condividere la nostra esperienza, significa offrire ad altri la possibilità di conoscerci così come noi ci percepiamo riscoprendo il nostro valore. Ci permette inoltre di trovare cose comuni e punti di contatto sentendosi così vicini e sviluppando sentimenti di unione. Il filmmaker è colui che realizza un corto, un documentario, uno spot pubblicitario, oppure realizza un prodotto audiovisivo curando tutte le fasi della realizzazione, dalla progettazione alla sceneggiatura, alle riprese, al montaggio. Una delle più importanti scoperte che feci ancora all'epoca in cui frequentavo le superiori è che il film è il più potente mezzo di comunicazione personale esistente sul pianeta. Nella propria tavolozza creativa, il film dà spazio a tutte le arti come fossero colori ben distinti: fotografia, musica, grafica, scrittura, belle arti, illustrazione, studi visivi e critici ecc. Il modo in cui un filmmaker miscela questi colori gli consente di imprimervi la propria firma, unica come la sua impronta.


Informazioni personali

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Busto Arsizio, Varese, Italy
Bolognese d'origine, trapiantato in Lombardia . Tra me ed i miei interessi c'è una correlazione talmente stretta che non saprei dire dove finiscano gli uni e cominci io o viceversa. Tra questi interessi prediligo la settima arte, mi piace un sacco imprimere in una ripresa un’azione, un momento di vita, quello che il mondo ci offre di bello e di brutto; diceva François Truffaut « Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia »

giovedì 22 gennaio 2015

Silvesterkläusen in Urnäsch



Il filmato documenta un’antica usanza diffusa ancor oggi nel Cantone Appenzell, in Svizzera. La comparsa degli Alter Silvesterklausen avviene in concomitanza con il capodanno giuliano, il 13 gennaio, perché a quanto pare, i montanari di lassù rifiutarono la riforma del calendario voluta da Papa Gregorio XIII nel 1582 e continuarono a voler celebrare il vecchio capodanno. Tre grandi categorie di maschere partecipano al rito, i meno brutti (Schö-Wüeschti), i belli (Schöne) e i brutti (Wüeschti), che in piccoli gruppi (in genere formati da 6 persone) sono impegnati dalla mattina alla sera lungo un giro di questua. I meno brutti sono uomini selvatici interamente coperti di fronde di abete bianco e di edera, i belli indossano un costume colorato e un vistoso copricapo con splendide rappresentazioni miniaturizzate di vita popolare; i brutti indossano una maschera spaventosa ricoperta di pece con orbite e denti formate da ossa di animali e un abito costituito da pelli di capra ricoperto di rami, corteccia e muschio. Le maschere giungono presso le abitazioni del villaggio scampanando fragorosamente e poi si compongono silenziosamente in un cerchio intonando per tre volte uno Zäuerli, ovvero un particolare tipo di jodel privo di parole, ed augurano il buon anno. Ad indossare tali costumi sono solamente uomini. L'usanza rappresenta la lotta tra Bene e Male, Fortuna e Disgrazia, Prosperità e Fame. Si tratta di un'usanza di origine pre-cristiana, che anticamente doveva servire a propiziare il risveglio della natura e il buon raccolto.

I copricapo dei "belli" sono decorati riccamente e richiedono un lavoro spesso superiore alle 100 ore: le "Wiiber" (le donne) indossano cuffie riccamente adornate con figure, mentre gli uomini portano strutture intagliate e pitturate sul piano del copricapo che rappresentano scene di vita popolare. Le Wiiber indossano una cinta con campanelli sferici, mentre gli altri portano sul petto e sulla schiena enormi campanacci da mucca.

Il Museo degli usi e costumi custodisce testimonianze del passato e delle usanze di tale località come  l'artigianato, l'officina del secchiaio, la selleria, la stanza della musica, le abitazioni e la vita domestica, i costumi regionali, i ricami, la pittura contadina dagli inizi fino all'età moderna.

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