Con questo video realizzato ad Amburgo, due settimane fa, auguro a tutti coloro che seguono il mio Blog un Sereno Natale e un Felice 2016
"Quando un cineamatore riprende scene di un viaggio, di un party, o di altre speciali occasioni, e specie quando sta riprendendo i propri figli, sta innanzitutto cercando di far presa sul tempo, e, in ultima analisi, sta tentando di sconfiggere la morte. L'atto del fare cinema può quindi essere considerato nel suo complesso come una esteriorizzazione del processo della memoria." S. Brakhage, In difesa del cine-amatore, 1967
Caro navigatore che hai avuto l'incredibile fortuna di far naufragio sul mio blog, sei il benvenuto. Questo blog e’ qui per raccontarti un po’ di me attraverso la passione che ho per il cinema ed in particolare per quello amatoriale di viaggio. Non che mi aspetti che la cosa sia di alcun interesse per chiunque non mi conosca gia’. Condividere la nostra esperienza, significa offrire ad altri la possibilità di conoscerci così come noi ci percepiamo riscoprendo il nostro valore. Ci permette inoltre di trovare cose comuni e punti di contatto sentendosi così vicini e sviluppando sentimenti di unione. Il filmmaker è colui che realizza un corto, un documentario, uno spot pubblicitario, oppure realizza un prodotto audiovisivo curando tutte le fasi della realizzazione, dalla progettazione alla sceneggiatura, alle riprese, al montaggio. Una delle più importanti scoperte che feci ancora all'epoca in cui frequentavo le superiori è che il film è il più potente mezzo di comunicazione personale esistente sul pianeta. Nella propria tavolozza creativa, il film dà spazio a tutte le arti come fossero colori ben distinti: fotografia, musica, grafica, scrittura, belle arti, illustrazione, studi visivi e critici ecc. Il modo in cui un filmmaker miscela questi colori gli consente di imprimervi la propria firma, unica come la sua impronta.
Informazioni personali
- Filmmaker Italo
- Busto Arsizio, Varese, Italy
- Bolognese d'origine, trapiantato in Lombardia . Tra me ed i miei interessi c'è una correlazione talmente stretta che non saprei dire dove finiscano gli uni e cominci io o viceversa. Tra questi interessi prediligo la settima arte, mi piace un sacco imprimere in una ripresa un’azione, un momento di vita, quello che il mondo ci offre di bello e di brutto; diceva François Truffaut « Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia »
venerdì 18 dicembre 2015
domenica 1 novembre 2015
Ciao Expo
Ieri 31 ottobre 2015, si è concluso l'evento dell'anno: EXPO MILANO 2015. Per l'occasione ho deciso di postare questa breve clip realizzata con alcune riprese fatte durante le mie visite al sito espositivo.
mercoledì 22 luglio 2015
Danze tradizionali
Non si può certo dire che una Valle come la Pusteria sia carente di itinerari, scelte, opzioni e cose da fare; idee per tutti i tipi, per soddisfare tutti i gusti, dal culturale al paesaggistico, percorsi in bici e mountain bike, musei, centri benessere, laghi e chi più ne ha più ne metta. Ed è così che l'Alta Pusteria offre un’ampia gamma di offerta turistica da provocare invidia.
Ciò di cui voglio trattare in questo post è all’insegna del folklore che anima le diverse festività e ricorrenze dell’anno; tra queste l'annuale Festival Internazionale dei Cori in cui si inseriscono esibizioni spiccatamente Tirolesi e a cui si riferisce la clip che segue.
Per poter vedere l'intero spettacolo potete andare sul mio canale YouTube: italciatravelfilm e visionare le clip successive a quella qui postata. Buona visione e buone vacanze.
Ciò di cui voglio trattare in questo post è all’insegna del folklore che anima le diverse festività e ricorrenze dell’anno; tra queste l'annuale Festival Internazionale dei Cori in cui si inseriscono esibizioni spiccatamente Tirolesi e a cui si riferisce la clip che segue.
Per poter vedere l'intero spettacolo potete andare sul mio canale YouTube: italciatravelfilm e visionare le clip successive a quella qui postata. Buona visione e buone vacanze.
Arrivederci a Settembre
lunedì 8 giugno 2015
Mirabilia d'Abruzzo-L'Abbazia di San Clemente a Casauria
L'Abbazia di San Clemente a Casauria è uno dei monumenti più importanti d'Abruzzo, anch'esso purtroppo danneggiato dal terremoto del 6 aprile del 2009.
San Clemente a Casauria era un Monastero benedettino presso Torre de’ Passeri (Pescara), fondato dall’imperatore Ludovico II nell’871. Il nome di San Clemente gli fu dato quando ricevette le reliquie del papa San Clemente; il monastero fu distrutto dai Saraceni nel 916, ma ritrovò l’antico splendore soprattutto nella prima metà del sec. 11°.
La chiesa (sec. 12°), romanica con accenni gotici, ha un ampio atrio con portali decorati di sculture di remota derivazione lombarda, l’esterno dell’abside, con colonne aggettanti, le porte bronzee con rappresentazioni dei castelli soggetti all’abbazia (sec. 12°), il pergamo, il candelabro pasquale (sec. 12°), il ciborio (sec. 14°). Nella cripta resti della costruzione del sec. 9°.
La facciata è preceduta da un portico con colonne a capitelli, sotto il quale si aprono tre portali, di cui il centrale è il maggiore per dimensioni. Nella lunetta centrale del portale principale è raffigurato San Clemente a simboleggiare la continuità con la chiesa nuova costruita da Leonate, raffigurato a sinistra. Nell’architrave viene illustrata la storia della nascita dell’abbazia. Sulla lunetta del portale sinistro è raffigurato S. Michele Arcangelo che atterra con la lancia il drago, simbolo del male. Sulla lunetta del portale destro c’è una Madonna con Bambino, protettrice dei viandanti. Alla realizzazione della facciata, costruita durante il periodo di Leonate, contribuirono maestri e muratori provenienti da più parti, dalla Puglia fino alla Borgogna. Essa presenta molte irregolarità rispetto al portico probabilmente dovute alle ricostruzioni dopo i terremoti del 1359 e del 1456. La facciata originale aveva, ad esempio, un rosone nella lunetta e nell’architrave del portale. Il Porticato ha una bella volta a crociera, probabilmente ispirata, così come l’oratorio, dalle maestranze francesi. Alla sua sinistra rimangono i ruderi di una Torre Campanaria, probabilmente crollata durante il terremoto del 1349.
L'interno è a tre navate, che conducono al pulpito con una sola abside semicircolare. La copertura, che una volta doveva essere a crociera nel transetto e a tetto nelle navate, è oggi a capriata con mattoni dipinti a losanghe. La cripta, destinata ad ospitare tombe dei santi e reliquie sacre ha nove piccole navate longitudinali e due trasversali, con le campate a volta a crociera. Si tratta di una cripta presbiteriale rialzata, come quella di S. Marco a Venezia. Per raggiungere il presbiterio bisogna salire quattro gradini attraverso due scale alle estremità delle navate laterali. Dei tre altari che c’erano quando fu costruita, ne rimane uno solo al centro.
Per maggiori informazioni
martedì 26 maggio 2015
Mirabilia d'Abruzzo - Alba Fucens
Il sito archeologico di Alba Fucens sorge in prossimità della via consolare romana Tiburtina-Valeria. Nel 303 a.C, dopo la sconfitta degli Equi, i Romani fondarono la colonia di Alba e destinarono al nuovo abitato 6000 coloni, a cui venne assegnato un appezzamento di terra da coltivare. Durante la guerra sociale (90 a.C) la città rimase fedele alla capitale e ottenne il titolo di municipium. Importante punto di snodo, il sito fu frequentato fino al VI secolo d.C, quando una serie di calamità naturali determinò il progressivo abbandono dell’abitato.
Le prime campagne di scavo furono condotte da Jean De Ruyt, che coordinava il gruppo di lavoro dell’Univerità belga di Lovanio, in un arco di tempo compreso tra il 1949 e il 1979. Gli scavi degli ultimi anni, gestiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e da università italiane ed estere, hanno portato alla luce nuove aree del grande abitato italico, tra cui il santuario di Ercole.
All’interno del santuario di Ercole è stata rinvenuta una statua marmorea di Herakles epitrapezios, ovvero Ercole a Banchetto, attualmente conservata nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti.
Per altre informazioni vedi:Albafucens.info
martedì 12 maggio 2015
Semplicemente Unico - Il Castello di Roccascalegna (CH)
Da "L'Abruzzo che ci piace":
E' uno dei più suggestivi e possenti castelli abruzzesi. Si erge superbo su uno sperone roccioso da cui domina il caratteristico borgo medievale di Roccascalegna, il vallone del Rio Secco e l'ampia vallata del Sangro. La sua origine è molto probabilmente legata ai Longobardi che intorno al V/VI secolo fortificarono la rocca,successivamente passò sotto gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi e man mano la struttura assunse un aspetto più elaborato. Più tardi appartenne ai Caraffa, ai De Corvis, ai Nanni e ai Nanni-Croce che mantennero il castello dal 1806 al 1980, quando lo donarono al Comune. Il maniero è stato nei secoli rimaneggiato e restaurato; la configurazione attuale è frutto di importanti lavori completati nel 1996.
L'impianto tuttora dominante nel complesso risale al periodo Angioino-Aragonese (XV sec.) con evidenti stratificazioni risalenti a varie epoche. Il castello è caratterizzato da una pianta irregolare ed articolata che segue l'andamento dello sperone di roccia su cui è arroccato e si trova racchiuso entro possenti mura di cinta addossate allo strapiombo. Alla fortezza si accede salendo una lunga gradinata che conduce al ponte levatoio e quindi al portone, realizzato in rovere massiccio. Entrati nel vestibolo, che ha il pavimento in mattoni disposti a spina di pesce, si nota subito la torre di sentinella, proseguendo sulla gradinata, che attraversa alcuni ambienti rettangolari, si giunge alla torre del carcere, poi a quella Angioina,all'ambiente chiesa, alla torretta di avvistamento e continuando lungo il camminamento si raggiunge il portone. Una visita veramente unica ed emozionante che fa rivivere il fascino del mondo medievale. Attualmente, il castello è adibito anche a spazio espositivo e ospita manifestazioni culturali, anche all'aperto.
venerdì 17 aprile 2015
mercoledì 18 marzo 2015
Jungfraubahn - Da Lauterbrunnen a Jungfraujoch e ritorno
Nel cuore dell'Oberland Bernese, si snoda uno dei percorsi su strada ferrata più emozionanti e spettacolari del mondo, un'esperienza da fare almeno una volta nella vita, a costo di levatacce o lunghe file alle biglietterie e sui binari.
Si può partire sia da Interlaken che dalle verdi vallate di Grindelwald in treno oppure raggiungere in auto Lauterbrunnen e raggiungere un mondo di nevi e ghiacci con la ferrovia più alta d'Europa. Si raggiunge dapprima la stazione di Wengen poi quella di Kleine Scheidegg a quota 2061 metri. Qui è consigliabile fare una sosta per abituarsi all'altitudine e ammirare lo spettacolo offerto dai tre giganti delle Alpi Bernesi: l'Eiger (3970 m), il Monch (4099 metri) e la Jungfrau (4158 metri). Da qui in poi il treno corre quasi interamente in galleria con pendenze fino al 250 per mille su una cremagliera da brivido. Il tunnel fu scavato nel ventre dell'Eiger tra il 1896 e il 1912.Il treno lungo il percorso sosta due volte: alla Eigerwand (2865 metri) e alla Eismeer (3160 metri), dove da vetrate aperte nella montagna si possono ammirare paesaggi affascinanti. Arrivati ai 3454 metri dello Jungfraujoch , ci si trova nella stazione più alta d'Europa. Per catturare la spettacolare ed indimenticabile vista sull'immenso ghiacciaio dell'Aletsch, la Foresta Nera e i Vosgi francesi, si sale con un ascensore all'osservatorio di Sphynx. il più alto d’Europa. Posto a strapiombo su una vetta adiacente al passo dello Jungfraujoch, è situato ad un’altitudine di 3.571 metri d’altezza ed è incluso tra gli osservatori più alti del mondo.
Si tratta, naturalmente, di un'escursione consigliabile in estate, con buone condizioni di visibilità e attrezzatura da alta montagna. Una volta sullo Jungfraujoch, si può anche visitare il museo e l'Eispalast, gigantesca grotta scavata nel ghiaccio, punteggiata da sculture anch'esse ricavate dal ghiaccio.
giovedì 22 gennaio 2015
Silvesterkläusen in Urnäsch
Il filmato documenta un’antica usanza diffusa ancor oggi nel Cantone Appenzell, in Svizzera. La comparsa degli Alter Silvesterklausen avviene in concomitanza con il capodanno giuliano, il 13 gennaio, perché a quanto pare, i montanari di lassù rifiutarono la riforma del calendario voluta da Papa Gregorio XIII nel 1582 e continuarono a voler celebrare il vecchio capodanno. Tre grandi categorie di maschere partecipano al rito, i meno brutti (Schö-Wüeschti), i belli (Schöne) e i brutti (Wüeschti), che in piccoli gruppi (in genere formati da 6 persone) sono impegnati dalla mattina alla sera lungo un giro di questua. I meno brutti sono uomini selvatici interamente coperti di fronde di abete bianco e di edera, i belli indossano un costume colorato e un vistoso copricapo con splendide rappresentazioni miniaturizzate di vita popolare; i brutti indossano una maschera spaventosa ricoperta di pece con orbite e denti formate da ossa di animali e un abito costituito da pelli di capra ricoperto di rami, corteccia e muschio. Le maschere giungono presso le abitazioni del villaggio scampanando fragorosamente e poi si compongono silenziosamente in un cerchio intonando per tre volte uno Zäuerli, ovvero un particolare tipo di jodel privo di parole, ed augurano il buon anno. Ad indossare tali costumi sono solamente uomini. L'usanza rappresenta la lotta tra Bene e Male, Fortuna e Disgrazia, Prosperità e Fame. Si tratta di un'usanza di origine pre-cristiana, che anticamente doveva servire a propiziare il risveglio della natura e il buon raccolto.
I copricapo dei "belli" sono decorati riccamente e richiedono un lavoro spesso superiore alle 100 ore: le "Wiiber" (le donne) indossano cuffie riccamente adornate con figure, mentre gli uomini portano strutture intagliate e pitturate sul piano del copricapo che rappresentano scene di vita popolare. Le Wiiber indossano una cinta con campanelli sferici, mentre gli altri portano sul petto e sulla schiena enormi campanacci da mucca.
Il Museo degli usi e costumi custodisce testimonianze del passato e delle usanze di tale località come l'artigianato, l'officina del secchiaio, la selleria, la stanza della musica, le abitazioni e la vita domestica, i costumi regionali, i ricami, la pittura contadina dagli inizi fino all'età moderna.
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