E’ la parte esclusa dall’inquadratura e quindi tutto ciò che accade fuori del campo visivo della macchina da presa, ma è presente nello spazio adiacente (il set). Sta alla fantasia dello spettatore immaginare e ricreare il fuori campo che tramite le tecniche cinematografiche gli viene descritto. Il fuori campo può essere parte dello svolgimento della trama del film (diegetico), quindi possiamo averne percezione grazie a sguardi del personaggio fuori campo, voci, rumori o musiche che poi nelle inquadrature successive potrebbero anche entrare in campo. Se invece il fuori campo è extra-diegetico, per esempio una voce narrante che nulla ha che vedere con i personaggi del film, il fuori campo rimane tale.
Nella clip che segue, tratta dal film "C'era una volta il West" di Sergio Leone, l'arrivo della locomotiva, atteso da tre sgherri, è annunciato a lungo dal suo rumore, ma sulle rotaie non si vede (tranne un breve quadro di azione parallela); questo è un esempio di fuori campo diegetico.
Mentre nella clip che segue tratta dal film del 1956 "I dieci comandamenti" di Cecil B. De Mille la voce narrante è extradiegetica.
SGUARDI E PUNTI VISTA
Sono sia il luogo in cui è situata la macchina da presa, che coincide con lo sguardo del regista che dà una visione parziale della realtà, sia il posto in cui si trova lo spettatore che segue il film.
Il punto di vista è situabile pure in una dimensione astratta, in cui l'autore si identifica con un immagine che mostra il passaggio da una situazione filmabile ad una situazione filmata.
Vediamo uno per volta questi punti di vista: l’angolazione dell’inquadratura rispetto alla realtà rappresentata è convenzionalmente normale quando "l’occhio" della cinepresa si trova all’altezza media dell’occhio umano.
Se è normale, cioè i lati orizzontali dell’inquadratura sono paralleli al piano di riferimento (il pavimento o il terreno), l’autore non intende sottolineare la propria intrusione nella narrazione filmica. Il discorso cambia quando l’inclinazione della macchina da presa è dall'alto, dal basso o obliqua (vedi la clip dal film "Notorius" nel mio post "Uno sguardo dietro lo schermo 1".
La prospettiva che fa riferimento alle modalità con cui è stata realizzata l’inquadratura è quella che in genere si esprime con l’angolo di ripresa. La prospettiva che fa riferimento ai soggetti che vi prendono parte, invece, può essere distinta in due modi: soggettiva e oggettiva. La prima mostra allo spettatore ciò che sta vedendo uno dei personaggi del film, vale a dire il “suo” punto di vista. La seconda, invece, mostra cose e persone secondo l’ottica di uno spettatore esterno rispetto alle vicende narrate. All’interno di un film questi due tipi di punti di vista il più delle volte convivono insieme.
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