Caro navigatore che hai avuto l'incredibile fortuna di far naufragio sul mio blog, sei il benvenuto. Questo blog e’ qui per raccontarti un po’ di me attraverso la passione che ho per il cinema ed in particolare per quello amatoriale di viaggio. Non che mi aspetti che la cosa sia di alcun interesse per chiunque non mi conosca gia’. Condividere la nostra esperienza, significa offrire ad altri la possibilità di conoscerci così come noi ci percepiamo riscoprendo il nostro valore. Ci permette inoltre di trovare cose comuni e punti di contatto sentendosi così vicini e sviluppando sentimenti di unione. Il filmmaker è colui che realizza un corto, un documentario, uno spot pubblicitario, oppure realizza un prodotto audiovisivo curando tutte le fasi della realizzazione, dalla progettazione alla sceneggiatura, alle riprese, al montaggio. Una delle più importanti scoperte che feci ancora all'epoca in cui frequentavo le superiori è che il film è il più potente mezzo di comunicazione personale esistente sul pianeta. Nella propria tavolozza creativa, il film dà spazio a tutte le arti come fossero colori ben distinti: fotografia, musica, grafica, scrittura, belle arti, illustrazione, studi visivi e critici ecc. Il modo in cui un filmmaker miscela questi colori gli consente di imprimervi la propria firma, unica come la sua impronta.


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Busto Arsizio, Varese, Italy
Bolognese d'origine, trapiantato in Lombardia . Tra me ed i miei interessi c'è una correlazione talmente stretta che non saprei dire dove finiscano gli uni e cominci io o viceversa. Tra questi interessi prediligo la settima arte, mi piace un sacco imprimere in una ripresa un’azione, un momento di vita, quello che il mondo ci offre di bello e di brutto; diceva François Truffaut « Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia »

mercoledì 18 maggio 2011

Problema di congruenza e coerenza con lo spirito del film (Sottofondo musicale)

Si parla di effetti di congruenza espressiva quando i suoni sono legati ai gesti e ai movimenti degli attori, o ai movimenti della macchina da presa, mettendo in relazione le qualità cinetiche della musica con la composizione delle inquadrature (esempio: la cavalcata che conclude l'ouverture del Guglielmo Tell di G.Rossini, abbinata a immagini di acque impetuose, di cavalli al galoppo, di movimenti veloci della cinepresa).
Diceva S. Kubrick che "...la cosa migliore in un film è quando le immagini e la musica creano l’effetto.(…).Le scene più forti, quelle di cui ci si ricorda, non sono mai scene in cui delle persone parlano, ma quasi sempre scene di musica e immagini”.
Aaron Copland stabilì:
-Che la musica può creare una impressione più convincente dell’epoca e del luogo.
-Che la musica può essere impiegata per creare o sottolineare raffinatezze psicologiche- i pensieri reconditi di un personaggio o le implicazioni nascoste di una situazione.
-Che la musica può servire da riempitivo neutro di sottofondo.
-Che la musica può aiutare a costruire il senso di continuità del film
-Che la musica può fornire il fondamento alla costruzione teatrale di una scena e dotarla di compiutezza.
La colonna sonora di un film non può essere semplicemente qualcosa che viene “applicato” all’opera, ma con essa intrattiene un rapporto di scambio, di dialogo, di costruzione di senso. Attraverso un gioco di specchi e contrapposizioni la musica riesce a rafforzare e amplificare il messaggio che il film intende diffondere.
Visto però che trattiamo di cinema amatoriale dove Il 99% dei film prodotti da dilettanti riguardano viaggi, vacanze, ricorrenze e festicciole, dobbiamo semplificare definendo che la coerenza è la relazione della musica con l’ambiente in cui il film viene girato.
Abbiamo così:
Musica con connotazione:“sentimentale”del timbro dei violini, “pastorale e agreste”del flauto dolce, il senso di progresso tecnologico suggerito dalla musica elettronica, etc.
Musica di genere: thrilling, western, capaci di suggerire immediatamente connotazioni di ambientazione. Si tratta di una musica ricca di stilemi linguistici facilmente riconoscibili.
Oppure musiche natalizie, per i filmati che rappresentano momenti del Natale;
Canti africani (Miriam Makeba) per filmati di vacanze in africa sub Saariana e musiche del Magreb per filmati girati in NordAfrica; musiche popolari e locali esempio musiche ebraiche per commentare immagini girate in Israele; musica pop di artisti del luogo vedi la clip tratta dal mio documentario "Berlino" e così via....
Personalmente cerco di trovare nelle colonne sonore esistenti dei motivi che identifichino i luoghi oggetto delle riprese . Alcuni esempi : le prime immagini del deserto del Wadi rum del mio film “I paesi della luce” sono sottolineate dalla musica di “Lawrence d'Arabia”.
Nelle riprese di siti archeologici Romano ellenistici, utilizzo brani tratti da “Il gladiatore”. (vedi clip di questo post).
Nelle riprese degli isolati monasteri in Armenia dal mio film “L’isola degli altipiani” ho utilizzato brani da “L’ultimo samurai”.
Un altro metodo che utilizzo frequentemente è quello di inserire come sottofondo musiche il cui titolo abbia assonanza con il momento filmico, esempio: riprese sotto la pioggia (musica Burt Bacharat - Rain Drops), momento successivo la pioggia è cessata (musica Enya “a day without rain”).
C’è da tenere presente anche che nel scegliere la musica da applicare alle immagini gli elementi che colpiscono principalmente all’ascolto sono quello ritmico e quello melodico, entrambi caratterizzati da una potente espressività simbolica. Il ritmo oltre ad avere una forte valenza simbolica, così come la melodia del resto, attiva anche una funzione d’induzione senso-motoria capace di far raggiungere, attraverso il movimento innescato dalla percezione del ritmo, degli stati di benessere e di felicità. Il ritmo è infatti la dimensione maggiormente “corporea” della musica, e non è un caso che i bambini riescano a cogliere il tempo correttamente molto prima di essere capaci di intonare le note.

Dal Film "Sguardi su un paese antico"


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