Caro navigatore che hai avuto l'incredibile fortuna di far naufragio sul mio blog, sei il benvenuto. Questo blog e’ qui per raccontarti un po’ di me attraverso la passione che ho per il cinema ed in particolare per quello amatoriale di viaggio. Non che mi aspetti che la cosa sia di alcun interesse per chiunque non mi conosca gia’. Condividere la nostra esperienza, significa offrire ad altri la possibilità di conoscerci così come noi ci percepiamo riscoprendo il nostro valore. Ci permette inoltre di trovare cose comuni e punti di contatto sentendosi così vicini e sviluppando sentimenti di unione. Il filmmaker è colui che realizza un corto, un documentario, uno spot pubblicitario, oppure realizza un prodotto audiovisivo curando tutte le fasi della realizzazione, dalla progettazione alla sceneggiatura, alle riprese, al montaggio. Una delle più importanti scoperte che feci ancora all'epoca in cui frequentavo le superiori è che il film è il più potente mezzo di comunicazione personale esistente sul pianeta. Nella propria tavolozza creativa, il film dà spazio a tutte le arti come fossero colori ben distinti: fotografia, musica, grafica, scrittura, belle arti, illustrazione, studi visivi e critici ecc. Il modo in cui un filmmaker miscela questi colori gli consente di imprimervi la propria firma, unica come la sua impronta.


Informazioni personali

La mia foto
Busto Arsizio, Varese, Italy
Bolognese d'origine, trapiantato in Lombardia . Tra me ed i miei interessi c'è una correlazione talmente stretta che non saprei dire dove finiscano gli uni e cominci io o viceversa. Tra questi interessi prediligo la settima arte, mi piace un sacco imprimere in una ripresa un’azione, un momento di vita, quello che il mondo ci offre di bello e di brutto; diceva François Truffaut « Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia »

sabato 30 aprile 2011

I racconti del nostro pianeta

Sono passati quasi due mesi da quando ho aperto questo blog. A questo punto vorrei fare una pausa sulle tematiche inerenti la didattica, che naturalmente riprenderò più avanti, per passare a un tema più generale e leggero e cioè raccontare il nostro pianeta postando delle clip (estratte dai miai filmati) di città, della natura, della storia e del lavoro dell'uomo con le sue opere.

giovedì 28 aprile 2011

Un po' di terminologia (Seconda parte)

ESTERNO - Ripresa effettuata all'aperto. Un esterno può però essere allestito anche in un interno con adeguati adattamenti scenici.

FILTRO - Disco di vetro, colorato opportunamente, che posto davanti all'obiettivo, permette di modificare la resa dei toni della scena.

INQUADRATURA - Parte della scena abbracciata dall'obiettivo della cinepresa in relazione alla distanza ed alla lunghezza focale dell'obiettivo stesso.

INSERTO - Breve quadro impiegato per indirizzare l'attenzione verso un particolare (la testata di un giornale, l'inizio di un diario, una particolare insegna, ecc.).

INTERNO - Ripresa effettuata in un ambiente chiuso.

MATERIALE PLASTICO - Il soggetto fotografabile inteso come elemento narrativo o comunque figurativo (paesaggio, attori,oggetti ecc.). In modo particolare qualunque elemento che, in sintesi, possa racchiudere nel suo significato un concetto espressivo.

MONTAGGIO - Operazione che consiste nella saldatura dei pezzi corrispondenti ai vari quadri seguendo la numerazione progressiva indicata dalla sceneggiatura. E’ questa tuttavia un'operazione che va oltre il semplice fatto materiale; essa è uno dei fattori determinanti il ritmo del film.
Il montaggio delle scene deve essere pertanto studiato accuratamente in quanto, offrendo la possibilità di determinare la lunghezza del quadro, accorciandolo, se necessario, nonchè di modificare o adattare l'inserimento dei vari pezzi, permette di dare un tono più o meno incalzante al susseguirsi delle diverse azioni(vedi) che compongono il film. E’ infatti col montaggio che si dà vita all'opera cinematografica.

MONTAGGIO DI SEQUENZA - Riunione di un certo numero di brevi quadri impressionistici atti ad esprimere, in modo breve ed efficace, un concetto, una particolare atmosfera, una situazione, un passaggio di tempo, ecc.

MONTATORE-La persona addetta al montaggio.

OPERATORE - La persona addetta alla manovra della cinepresa.(In campo professionistico, data la scrupolosa divisione degli incarichi, egli raggiunge l'importanza di un vero tecnico della ripresa, molte volte direttamente responsabile del risultato espressivo del film).

PANORAMICA ORIZZONTALE E VERTICALE - Movimento rispettivamente orizzontale o verticale ottenuto mediante rotazione o inclinazione, durante la ripresa, della cinecamera sull'apposita testa panoramica (vedi).

PANORAMICA RAPIDISSIMA - Panoramica che, a causa del rapidissimo movimento con cui viene eseguita,fa “sfuggire” lo sfondo senza possibilità di identificarlo. Viene sfruttata come stacco per rafforzare la tensione drammatica od ottenere effetti particolari.

PARTICOLARE (Part.)- Ripresa vicinissima di un dettaglio. Il particolare permette a volte di sostituire una didascalia o una sequenza descrittiva dando così modo di non interrompere il ritmo dell'azione.

PASSAGGIO D'AZIONE - Uno o più quadri estranei al contesto vero e proprio dell'azione, inseriti in una sequenza per rafforzare l'effetto espressivo. (Ad esempio: inquadrature di volti di passanti con espressioni di meraviglia o disgusto, che si trovano ad assistere imprevedibilmente ad una discussione nella strada).

PIANO - Termine quasi sinonimo di campo (vedi) con la differenza però che, mentre il campo considera la distanza in relazione all'angolo di campo(vedi), il piano riguarda in modo particolare le dimensioni dell'immagine sullo schermo.

PRIMO PIANO (P.P.) - Ripresa effettuata con la cinecamera realmente o apparentemente molto vicina al soggetto.(Ad esempio: il viso di una persona oppure il viso e le spalle) .

PRIMISSIMO PIANO (P.P.P.) - Come il primo piano, con la distanza ancora più ridotta.

PIANO AMERICANO (P.A.) - Ripresa effettuata con la macchina da presa ad una distanza, reale od apparente, tale che permetta di inquadrare le persone all'incirca dall'altezza delle ginocchia.

POSTSINCRONIZZAZIONE - Registrazione degli effetti sonori (dialogo, musica, ecc.) eseguita dopo la ripresa e sincronizzata poi con le immagini.

QUADRO - Frase filmica, limitata nel tempo, ottenuta con una corsa ininterrotta della cinecamera. E’ praticamente da considerarsi come l'unità di misura cinematografica.

REGIA - L'arte di realizzare il film nella fase esecutiva in tutti i suoi elementi, coordinando le varie attività del complesso artistico.

REGISTA - La persona responsabile della traduzione in immagini del contenuto e dell'espressione della sceneggiatura nella realizzazione del film. A ciò, il più delle volte, deve anche aggiungersi la partecipazione nelle fasi preparatorie.(Scelta del soggetto, sceneggiatura, ecc.).

SCENA - Termine indicante sia un certo episodio del film, sia l'ambiente in cui si svolge l'azione.

SCENEGGIATURA - In campo professionistico il termine sta ad indicare la fase conclusiva della elaborazione scritta del film. Poichè tuttavia il dilettante non ricorrerà mai ai numerosi passaggi intermedi di preparazione a cui ricorrono i professionisti, il termine l’ho sempre usato in senso piuttosto lato tanto più che, anche in campo professionistico, le varie suddivisioni non sono mai strettamente definite, ma piuttosto elastiche. Fra le fasi principali di lavorazione che precedono la stesura della sceneggiatura possiamo avere:
a) idea originale o tema;
b) soggetto;
c) adattamento;
d) trattamento;
e) scaletta;
f) sceneggiatura.

SCENEGGIATURA FINALE - Sceneggiatura definitiva e completa del film; essa dovrebbe corrispondere al film stesso dopo la realizzazione.

SEQUENZA - Successione di quadri riguardanti una fase ben definita e completa del racconto.

SINCRONIZZAZIONE DIRETTA - Registrazione del sonoro, contemporaneamente alla ripresa.

SOGGETTIVAZIONE - Scena che permette allo spettatore di associare il movimento dell'obiettivo con quello dell'occhio dell'attore così di dare quasi l'impressione di partecipare soggettivamente all'azione.

SOGGETTO - Stesura concisa della trama del film tratta da opere letterarie, dalla realtà quotidiana o creata dalla fantasia secondo il tema (vedi) prefissato.

STACCO - Forma normale di passaggio da un quadro ad un altro, ottenuta mediante l'arresto del movimento della cinepresa.

TAGLIO - Comunemente il termine viene usato per indicare il passaggio diretto tra un quadro ed un altro. Operazione di censura, in fase di montaggio, di parti del film.

TEMA - Qualsiasi idea che serva come primo spunto per la creazione del film. Può essere suggerita dalla fantasia ovvero tratta da opere narrative o teatrali o fatti di cronaca. Il tema viene poi sviluppato nel soggetto (vedi).

TEMPO DI PROIEZIONE - Durata di un quadro quando viene proiettato sullo schermo; deve corrispondere al tempo necessario allo spettatore per afferrare il senso della scena in rapporto alla complessità del suo contenuto.

TENSIONE DRAMMATICA - Situazione psicologica ottenuta con particolari effetti onde eccitare ed accrescere sempre più l'attenzione e l'interesse dello spettatore.

TESTA PANORAMICA - Dispositivo a snodo applicato al treppiede,che permette di inclinare o girare in tutti i sensi la cinepresa.

TRANSIZIONE - Quadro o sequenza, inserito come legamefra episodi del racconto separati nello spazio o nel tempo, con lo scopo di associarli secondo il nesso logico della trama.

TRATTAMENTO - Fase di lavorazione ed elaborazione del film in cui si procede alla prima suddivisione in scene e sequenze del soggetto.

VELATINO - Disco diffusore di garza o altro applicato davanti alle lampade allo scopo di ammorbidire l'illuminazione.

martedì 26 aprile 2011

I movimenti di macchina - La carrellata

Per macchina, come avrete certamente capito, si intende la cinepresa, a me piace chiamarla così anche se da più di trent'anni a livello dilettantistico è subentrata la videocamera, analogica o digitale che sia.
Abbiamo detto che il materiale principale per la sceneggiatura del film consiste nel movimento (movimento nel film) e che il sistema classico per impiegarlo nel linguaggio cinematografico è di dividere l'azione in tanti quadri in modo da poter attirare più efficacemente l'attenzione degli spettatori verso gli aspetti essenziali delta narrazione filmica (movimento del film).
Il cinedilettante, però, deve ricordare che anche la cinepresa può muoversi durante la ripresa di un quadro e che questa possibilità può aiutarlo nell'applicazione delle regole dell'equilibrio, della misura e della concisione. Inoltre i movimenti di macchina costituiscono un mezzo espressivo e narrativo efficacissimo, tipico della tecnica cinematografica, che egli deve perciò saper sfruttare a fondo.
La carellata si ottiene quando la cinepresa si muove, durante la ripresa, spostandosi da un punto all'altro.

I pionieri del cinema riuscivano a deliziare gli spettatori collocando la macchina da presa davanti ad una locomotiva. Un accorgimento, che si adegua di più alle possibilità moderne, è quello di montare la cinepresa su un'automobile. Con l'auto si muoverà anche la macchina da presa e gli spettatori avranno l'illusione di essere a bordo dell'auto e di seguire un certo percorso; la stessa cosa filmando stando a bordo di una bicicletta.

Verso Cape Cod /New England - USA (da "Cuore d'America")

In bici a Cape Cod (da "Cuore d'America")

Analogamente, si può riprendere lateralmente mente si cammina per la strada, dando la possibilità allo spettatore di avere l'impressione di essere lui a camminare (vedi la clip che segue).

Marrakech-il suk (da Sguardi su un paese antico)


Sta però al cineamatore il considerare se tali riprese siano veramente necessarie al film ed il curare che sia loro assegnato un esatto tempo di proiezione;egli deve saper resistere alla tentazione di introdurre nella sceneggiatura la carrellata solo perchè ha la possibilità di effettuarla: tali riprese devono essere sempre in funzione dell'equilibrio, della scelta di tempo e della concisione.
Naturalmente le carrellate si possono eseguire anche servendosi del mezzo di locomozione più idoneo al caso nostro, o imposto dalle circostanze: da una barca o un battello, dal treno, o anche da un aereo: si tratta sempre di carrellata. A seguire alcune sequenze a riguardo

Navigazione sul Bosforo (da Turkje)

Da "Bernina Express"

In volo verso l'Italia (da "L'Isola degli altipiani")


Va ancora ricordato che la carrellata non sempre deve avere la direzione perpendicolare all'asse ottico:questa in genere la si usa per accompagnare un soggetto che si sposta lateralmente, ovvero per mostrare il movimento soggettivato (ad esempio, il protagonista che percorre in auto una strada). Ma spesso capita anche la necessità di una carrellata in avanti o indietro.
Effettuando una carrellata in avanti si otterrà sullo schermo l'effetto di avvicinarsi alle persone, o a dettagli verso cui si dirige la cinepresa, isolandoli dal contesto e facendoli apparire nel contempo più grandi. Con questo tipo di ripresa, è possibile, in certo qual modo, trasportare tutti gli spettatori attraverso un luogo, ad esempio una chiesa, e far loro capire il significato dell'ambiente in generale. Resta inteso che nel caso contrario (una carrellata che si allontana dal soggetto), si otterrà l'effetto opposto cioè di distogliere gradatamente l'attenzione degli spettatori dalla cosa su cui era stata precedentemente concentrata.
Un altro impiego della carrellata può essere quello di mantenere costantemente la cinepresa alla medesima distanza di un attore mentre questi sta camminando o correndo verso di noi in modo da poterne seguire passo per passo i vari movimenti e mantenerlo più a lungo sullo schermo.
(Si tratta di un «accompagnamento» frontale anzichè laterale).
Oppure si può ottenere "effetto contrario, di allontanarlo o avvicinarlo più velocemente, come se il suo movimento fosse più lento o più veloce per mostrare la scena o la situazione nel suo insieme.
Inutile ricordare in questa sede che le carrellate di avvicinamento o allontanamento vengono oggigiorno realizzate con estrema facilità grazie agli obiettivi zoom,senza muovere la cinepresa (zoomata); l'unico inconveniente è che non si ha cambiamento di prospettiva (il movimento è solo apparente), ma ciò raramente viene rilevato durante la proiezione.
Naturalmente, come sempre, il cineoperatore che voglia ricorrere ad una carrellata deve considerare se preferire questi tipi di riprese continue al sistema di più quadri staccati.
Riassumendo: La macchina da presa può essere mossa (movimento del film) in relazione, ma indipendentemente dal contenuto della scena (movimento nel film).
Il movimento della cinepresa non deve però mai essere sfruttato fine a se stesso, senza una finalità precisa o per tentare di animare una scena priva di azione o di interesse. Deve sempre avere una giustificazione espressiva o narrativa.  Mi ripeto, non pensate di poter dar vita a un film basandolo unicamente sugli effetti dei movimenti della cinepresa.

sabato 23 aprile 2011

Folklore, usi, costumi, tradizioni

Guardate con occhi diversi!
Un video non è fatto solo di panorami e dai componenti la vostra famiglia e gli amici. Comprende anche la gente, la cultura e le esperienze nei luoghi che visitate. Non preoccupatevi troppo di filmare i paesaggi, ma anzi caratterizzate il vostro video con scene di persone che interagiscono con l’ambiente. Chi poi vedrà il vostro filmato, vi ringrazierà. E’ importante documentare la vita quotidiana della gente del posto. Andare al mercato o alle sagre è sempre una buona idea. Farcire il vostro film con elementi di follklore o eventi tradizionali lo renderanno sicuramente più interessante. A seguire alcuni esempi di questo tipo di riprese.




Giordania - Wadi Rum


Oppure dedicare un cortometraggio ad un intero evento folkloristico o tradizionale:
Alagna - Rosario Fiorito


sabato 16 aprile 2011

I Titoli

Come per le fotografie, come per un buon reportage fotografico scarno, asciutto e incisivo, il documentario deve portare titoli semplici, non letterari, efficaci nella loro nuda sostanza drammatica.
Certo, a volte, anche se il titolo può sembrare «ermetico» e difficile, non sempre dipende dall'autore; egli può averlo ricavato da una massima popolare, da un articolo di giornale, da uno studio sociologico e storico, eccetera. Ciò non toglie, tuttavia, che il documentario si deve anzitutto imporre per l'efficacia chiara ed immediata del suo titolo.
Ripeto: non c'è trama vera e propria in un documentario; quindi, bisogna cercare di andare incontro allo spettatore fin nella scelta del titolo, che può subito aiutare nella sua ricerca, nella immedesimazione di ciò che viene esposto sullo schermo.
«Tre canne un soldo» (un lontano, oramai, cortometraggio di Florestano Vancini, assai bello e riuscito) ad un primo momento sembra un titolo difficile ma in realtà è centratissimo, e inoltre è un titolo intenso e suggestivo, oltre che chiaramente, spietatamente documentario (tre canne, cioè, costano un soldo: poco, nevvero?).
Mi garbano di meno i titoli di cortometraggi turistici che suonano - faccio esempi da me inventati :
«Armonie del Tigullio», «Capri romantica», «Taormina di sogno».
Essi devono indicare il luogo soltanto e basta, senza alcun aggettivo «lirico» di aggiunta, che in questo caso suonerebbe davvero retorico e fuori moda. Se il regista è tanto bravo nel riuscire a ricreare, musicalmente e pittoricamente, le «divine armonie» del Golfo del Tigullio, buon per lui: noi gli faremo tanti elogi. Ma è inutile davvero che egli ce lo venga a dire prima. Se è riuscito nel suo scopo, ammireremo il suo cortometraggio, il suo mediometraggio, il suo lungometraggio e gli diremo bravo con tutto il cuore.
Quindi: niente, o pochissimi, aggettivi. Niente frasi vecchie, da letteratura tardoromantica e pseudodecadente. Niente orpelli retorici o decorativi o, ancora, «moderna» letteratura ermetica ed estetizzante. Con il cinema drammatico, a soggetto, già è un problema questa ondata di titoli difficili, impegnati, che non si sa da che parte prendere: titoli talora ambigui, a doppio taglio.
Evitare perciò il senso letterario: bisogna essere dei Visconti e dei Fellini, per salvare un film dal peso del suo titolo troppo impegnativo; e allora, figuriamoci un documentario che, se a cortometraggio, deve dire tutto in dieci minuti, e se a lungometraggio normale deve d'altra parte fare i conti coi luoghi da rappresentare, con la tesi da sostenere, con l'idea da mettere in luce e da dimostrare.
lo punto sempre sulla nuda efficacia del titolo, sul luogo, la data, la situazione ambientale, il vero centro drammatico dell'insieme.
La scelta del titolo è importante: è la prova del nostro impegno con il cinema. E' il nostro modo di manifestare un gusto, una partecipazione, che non devono mai essere retorici nè letterariamente facili e sfruttati, bensì vivi, intrisi della nostra personalità umana e artistica. Il titolo è come il nome di una persona: non occorre essere dei Proust per capire che anche il nome è la nostra veste, esteriore e intima, visione del nostro mondo personale, che è fatto di gusto, di idee nostre e di idee ricevute, di luoghi comuni e di verità.
Bisogna avere un certo talento anche per i titoli; essi sono il biglietto di presentazione dei nostri lavori.
Se il titolo è brutto, il giudizio finale riceverà sempre qualcosa della prima impressione: sarà condizionato, raramente libero.
Qui di seguito alcuni esempi di titoli dai miei film con la loro visualizzazione filmica. Buona visione



sabato 9 aprile 2011

Un po' di terminologia (Prima parte)

ANGOLO DI CAMPO - Quella parte di spazio che risulta inquadrata da una determinata distanza e con un determinato obiettivo.

ANGOLO DI PRESA - Il punto di vista dal quale la cinepresa riprende una scena. E' uno dei fattori determinanti l'effetto espressivo e la intensità narrativa del soggetto.

AZIONE - Realizzazione dell'intendimento artistico mediante il susseguirsi logico di fatti e situazioni. L'azione filmica è basata su, movimento e sulle reazioni dei vari personaggi in relazione o in contrapposto all'ambiente o alle cose che li circondano (vedi anche Montaggio).

AZIONE PARALLELA - Forma narrativa assai sfruttata per portare al massimo la tensione emotiva dello spettatore. Consiste nel contemporaneo sviluppo di due azioni indipendenti in cui però l'esito di una sia indissolubilmente legato a quello dell'altra. (Ad esempio: prima azione:L'eroina è prigioniera dei banditi e minacciata di morte - Seconda azione: Il fidanzato sta correndo in suo soccorso - Fase risolutiva: Egli giunge tempestivamente a salvarla). Vengono presentate con quadri o sequenze alternati, fino all'epilogo in cui le due situazioni si fondono in un unico contesto narrativo. L'azione parallela trova la sua piena realizzazione in fase di montaggio.

AZIONE PER CONTRASTO - Sfruttamento di due scene di contenuto nettamente opposto allo scopo di esaltare al massimo, per effetto di contrapposizione, la situazione espressa in una di esse. (Ad esempio: Si darà maggiore forza espressiva ad una scena di un povero affamato se la si contrapporrà alla visione di un lauto banchetto)

AZIONE PER CONTRASTO PARALLELA - Forma narrativa assai simile alla precedente che permette però di sviluppare le due azioni contrapposte mostrando alternativamente pezzi dell'una e dell'altra.

AZIONE PER SIMILITUDINE - Forma narrativa che permette di far comprendere una data fase di una azione ricorrendo alla sostituzione del suo finale con un'altra azione che, per effetto di similitudine, ne sia la risoluzione logica.

BATTUTA CHIAVE. Battuta di dialogo che serve ad illustrare l'essenza di una situazione.

BOZZETTO - Disegno o schizzo che serve ad illustrare, dal punto di vista scenografico, il progetto o l'allestimento di una scena.

CAMPO. Limiti dell'immagine inquadrata, stabiliti dalla posizione della cinepresa in relazione alla distanza del soggetto ed alla focale dell'obiettivo.

ENTRARE IN CAMPO o USCIRE Di CAMPO - Termini usati per indicare il movimento dei personaggi in relazione al campo d'immagine (in pratica: entrare o uscire dall'inquadratura) .

CAMPO LUNGHISSIMO (C.L.L.) . Ripresa effettuata realmente o apparentemente con la macchina a grandissima distanza dal soggetto.

CAMPO LUNGO (C.L.) . Ripresa effettuata realmente o apparentemente con la cinecamera a considerevole distanza dal soggetto.

CAMPO MEDIO (C.M.) . Ripresa effettuata con la camera realmente o apparentemente ad una distanza media dal soggetto. (Serve ad inquadrare una o più persone a figura intera).

CARRELLO E CARRELLATA . Uno dei movimenti della cinepresa: questa, montata su apposito carrello o qualsiasi altro mezzo adatto, può seguire il soggetto che si muove durante lo svolgersi dell'azione. A seconda del genere di movimento si avranno: carrellate laterali, in avanti, indietro; mediante poi l'impiego di apposite gru e carrelli aerei, si potranno effettuare carrellate aeree. Per un semplice effetto di avvicinamento o allontanamento si può agire anche con l'obiettivo zoom (vedi).

CAST - Termine indicante il complesso degli attori impiegati nella produzione di un film.

CINEDILETTANTE . Amatore che si dedica al cinema senza interesse speculativo nella produzione.

CINETECA. Luogo dove il cinedilettante può conservare i suoi film meglio riusciti o anche scene isolate che ritiene particolarmente interessanti per essere impiegate opportunamente in eventuali film futuri.

COMMENTO - Descrizione a parole che, accompagnando o precedendo lo svolgersi dei fatti, chiarisce ed illustra determinate fasi del film. Può essere scritto in didascalie o sonoro.

COMMENTO MUSICALE. Pezzi di musica di sottofondo per creare o accrescere l'atmosfera o l'effetto espressivo delle immagini.

CONTRO CAMPO - Ripresa effettuata dal punto di vista opposto a quello della ripresa precedente. (Ripresa: A guarda B; Controcampo: B guarda A).

DIDASCALIE - Titoli, spiegazioni, frasi di commento, dialoghi, ecc., che  vengono inseriti nel film.

DISSOLVENZA - Effetto visivo particolare usato nel corso del film per introdurre una separazione fra due situazioni che devono apparire staccate nel tempo o nel luogo. La dissolvenza, al contrario del taglio, rende il ritmo piuttosto lento.

DISSOLVENZA INIZIALE - Progressivo apparire di una scena dal nero completo. Viene impiegata all'inizio della sequenza per introdurre lo spettatore in un nuovo ambiente o per presentargli una nuova situazione.

DISSOLVENZA FINALE. Progressivo oscurarsi della scena fino al nero completo. Viene impiegata alla fine della sequenza, in chiusura d'azione, per distoglierne lentamente l'attenzione dello spettatore.

DISSOLVENZA INCROCIATA - Sovrapposizione di una dissolvenza iniziale ad una finale: si ha come risultato che una scena sembra via via fondersi e trasformarsi nella successiva. Serve a spostare l'attenzione dello spettatore da una situazione ad un'altra differente dandogli però modo di fondere ed allacciare tra loro i due concetti.

DISTANZA DI PRESA - La distanza reale interposta fra l'obiettivo ed il soggetto da riprendere (vedi campo e piano).

DOCUMENTARIO - Categoria di film che narrano fatti o episodi tratti dalla vita reale essenzialmente con finalità informative o didattiche

venerdì 8 aprile 2011

Schema di sceneggiatura

Come ho avuto occasione di accennare più volte in questo blog, la realizzazione del film, dalla ripresa alla postproduzione è notevolmente facilitata se si ha l'accortezza di redigere una sorta di sceneggiatura.
Qui sotto potete vederne un esempio, essa si riferisce alla clip inserita nel capitolo "Verso la realizzazione".
Come potete notare il lavoro può essere facilitato nella sua stesura utilizzando un foglio elettronico (per es. Excel).

Schema di sceneggiatura

giovedì 7 aprile 2011

Verso la realizzazione

Abbiamo detto che per ciascun film occorre una sceneggiatura, anche se, per un lavoro poco impegnativo, questa possa ridursi a poco più di uno schema nella nostra mente (meglio se scritta in un quadernetto).
Possiamo aggiungere che tutto ciò va bene nel caso, ad esempio, che il papà desideri fare un semplice ma solenne film didattico su « Come rispettare il giardino » con cui può istruire i propri figli; ma che cosa dovremmo dire invece per un documentario di viaggio, che è il tipo di film più diffuso tra i dilettanti?
Tutti i cineamatori desiderano conservare i film-ricordo di un piacevole periodo di vacanza; ma può capitare anche di fare un viaggio o una crociera, ed in questi casi non si ha modo di studiare il campo d'azione e di allestire una pur sommaria sceneggiatura prima di cominciare le riprese.
Questa non è tuttavia una scusa per tralasciare la preparazione. Il cineamatore può procedere (come già accennato in precedenza su questo blog) allo studio dei luoghi, degli itinerari, dei soggetti sconosciuti anche standosene comodamente a casa propria prima di iniziare il  viaggio: io trovo che è un esercizio delizioso effettuare con la fantasia questi viaggi stando in poltrona e creando sceneggiature adatte per film. Non dico certo una cosa nuova scrivendo che talvolta il complesso dei preparativi per un viaggio può procurare maggior entusiasmo e piacere che non il viaggio in sé. La stessa cosa succede anche in campo cinematografico tra la fase di sceneggiatura e la ripresa materiale del film.
Ecco quindi la preparazione del campo d'azione. Se progettate di andare, ad esempio, nel Venezuela, sarà facile trovare notizie che vi diranno che in certe parti di quel Paese i «gauchos» riuniscono le mandrie di bestiame usando delle barche. Questo perchè l'erba più grassa cresce in pianure ricche di corsi d'acqua e le mucche vagano attorno ad essi per mangiare i teneri germogli che vi affiorano.
In base a tali nozioni voi potrete preparare un primo schema di sequenze che mostrino i « gauchos " a bordo delle chiatte. Perchè non aggiungere poi per contrasto a tale novità alcune riprese di mucche che vengono condotte alla mungitura da un ragazzo a piedi e da un cane, nella nostre campagne?.. Naturalmente non potrete preparare una sceneggiatura dettagliata con i vari quadri numerati, ma avrete tuttavia già una buona idea, un piano schematico, che vi darà la certezza di riuscire a creare qualcosa di vivo, appena voi vi troverete nelle circostanze di riprendere la scena progettata.
Avete in programma invece una crociera sui canali della Svezia e pensate di effettuare riprese dal battello in navigazione? Benissimo: voi indubbiamente procederete ad effettuare riprese dal lato sinistro, e poi dal lato destro, qualche volta punterete la cinepresa verso prua, altre volte verso poppa: ricordatevi però che quando questi vari quadri saranno riuniti, otterrete sullo schermo un « magnifico» effetto di altalena zig-zagante.
Anche in questo caso sarà bene che prima di partire prepariate una serie di appunti con brevi. scene che si svolgono sul ponte dello scafo. Tali riprese andranno poi inserite. in fase di montaggio, per spezzare il continuo susseguirsi dei vari paesaggi girati da bordo. Basterà inserire, ad esempio, una o più riprese della piccola Silvana la quale dall'imbarcazione si diverte con il binocolo ad osservare il panorama, ora verso prua, ora verso poppa ed ora verso i bordi. Il movimento del binocolo, introdotto prima del quadro che mostra un paesaggio (soggettivazione) , servirà ad indicare la direzione in cui è stata ripresa la veduta e servirà a presentarla in modo più naturale. (Segnate pertanto nel vostro promemoria di viaggio di portare con voi un binocolo).
È logico che, visitando una città straniera o un paese sconosciuto, vi si presenti l'occasione e la tentazione di effettuare delle riprese che non avete considerato in alcun modo sullo schema. In un viaggio, l'effettuare o meno delle riprese è spesso questione di «ora o mai più»: che fare in tal caso?
La miglior cosa è di non tralasciare tali riprese (anche perchè con le moderne videocamere con hard disk di spazio ce n'è a volontà) e poi conservarle mandandole ad arricchire la propria cineteca: un po' di folclore, un magnifico paesaggio, anche se non possono essere utilizzati immediatamente nel film in allestimento, possono sempre servire per qualche altro lavoro.
È importante però che il dilettante ricordi sempre che riprese bellissime possono, ma anche non possono venir inserite nel film che si sta realizzando: egli non deve lasciarsi tentare da esse solo per il loro aspetto formale bensì deve saper scegliere obiettivamente quelle più adatte in funzione della narrazione cinematografica: in fase di montaggio infatti è facile rilevare assai spesso che proprio la ripresa giudicata più irresistibile è quella che rovina l'equilibrio del film. Centinaia di film vengono guastati dai dilettanti stessi i quali durante il montaggio non riescono a mettere in disparte dei pezzi che, pur validi in sé, non si fondono con l'andamento generale del film e rovinano quello che magari prometteva di riuscire un bel lavoro. Le riprese ben riuscite, ma inadatte ad un film, come abbiamo già detto, potranno invece essere molto appropriate per il successivo, quando, ad esempio, vi si presenterà l'occasione di contrapporre, per contrasto, la pigiatura dell'uva in alcuni paesi stranieri (i piedi dei contadini che si muovono ritmicamente) ad un quadro che mostra il turista pieno di sussiego mentre sorseggia da intenditore e con grandissima soddisfazione un calice di vino, seduto ad un elegante caffè in riviera.
Queste riprese tralasciate diventano il materiale per la cineteca. Una cineteca ben fornita di vari pezzi di soggetti differenti può essere di grande aiuto per il dilettante che si prepara ad allestire un film.
Una ripresa effettuata durante un pomeriggio estivo alla piscina locale, può, con l'aggiunta di altri quadri di sport nautici ripresi negli anni precedenti, trasformarsi in un breve film sul nuoto e la moda dei costumi.
Davvero fortunato è il dilettante che possiede una raccolta di pezzi girati molti anni addietro: pensate, ad esempio, di descrivere il contrasto tra il costume che Anna portava una trentina di anni fa e quello che porta oggi Daniela!
I contrasti legano fra loro: una fontana gelata in Norvegia a paragone con una persona anziana ferma lungo i viali del parco della vostra città (del norditalia) in un giorno nebbioso.
I colori legano tra loro: visi pallidi su fondo nero e visi scuri su fondo bianco.
Analogie, similitudini, accostamenti: ecco altre possibilità che aiutano il dilettante ad allestire una sceneggiatura viva ed efficace prima di partire per i suoi viaggi. Non è però detto che il dilettante nei suoi racconti debba essere legato a regole fisse: egli potrà descrivere i suoi viaggi secondo uno schema piuttosto che un altro. Se andrà a passare le sue vacanze sulle Dolomiti potrà decidere che il suo film si intitoli:
LA MONTAGNA NEI MIEI PENSIERI
Può quindi inquadrare il racconto delle sue vacanze con una sequenza iniziale (riprese fatte da un collaboratore) che lo mostra in ufficio assorto nei suoi pensieri. Segue una zoomata o un primo piano su un catalogo di equipaggiamenti da rocciatore o una brochure della località meta della vacanza, sulla scrivania; gli spettatori avranno così modo di comprendere che egli sta sognando ad occhi aperti le montagne. Si potrà quindi passare alle varie riprese effettuate realmente sulle Dolomiti presentandole come il sogno e finire ritornando ancora all'ufficio, uno squillo del telefono che riporta il personaggio alla realtà.
Oppure presentare un viaggio di diversi luoghi sotto forma di diario...(quello che in genere uso nei miei film).
Uno dei vostri figli o vostra moglie (marito) o voi stessi seduti in casa: ripresa della mano che scrive sul diario o su un blog con ripresa delle dita che battono sulla tastiera, alternata a quella dello schermo del pc.
Ricordiamo però sempre che qualunque sia il film che stiamo per fare, anche il più modesto, dobbiamo ad ogni costo evitare di presentare la classica catena di riprese effettuate in sequenza e senza un nesso logico.
Buon lavoro!
Qui sotto potete vedere come esempio l'incipit di un film che racconta di un viaggio in Portogallo.

sabato 2 aprile 2011

Il commento parlato

Abbiamo visto come la musica dia forza espressiva al film, ebbene, ulteriore forza la otterremo aggiungendovi il commento parlato.
Nella realizzazione del libretto di montaggio (sceneggiatura post riprese) dovremo riservare una colonna in cui scrivere man mano, di seguito a ciascun quadro, le varie parole che si riferiscono al quadro stesso.
Il commento è un metodo assai comodo cui si affidano la maggiorparte dei cineamatori ( documentaristi); esso infatti non richiede una sincronizzazione strettissima con le immagini, in quanto la voce del commentatore accompagna semplicemente il racconto che viene presentato dalle immagini.
Alcuni esempi di commento potete ascoltarli visionando le clips della mia Gallery.
Un buon commento può dare un ritmo scorrevole e rapido alla narrazione.
Sfruttando abilmente il commento, il cineamatore troverà facilitato il suo lavoro di post produzione: bisogna però che egli abbia assimilata comunque la tecnica della narrazione per immagini, così da sapere come usare il commento nel modo migliore in relazione, come sempre, alla concisione, alla scelta del tempo ed all'equilibrio e cioè facendo in modo che il commento accompagni unicamente l'azione e non si sovrapponga alla parte visiva del film, errore in cui è facile cadere.
Potrà capitare di trovarsi di fronte a scene che, pur possedendo ottime qualità estetiche, risulterebbereo troppo complesse per una comprensione immediata se non fossero opportunamente commentate; ma anche in simili casi sarà bene non dimenticare mai i presupposti essenziali della tecnica di svolgere i racconti mediante le sole immagini. Usando il commento, in conclusione, dobbiamo sempre ricordare che non stiamo scrivendo una commedia o un reportage da mettere in onda alla radio, ma un film: un film più il suo commento.

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