È considerato uno dei monasteri meglio conservati a nord delle Alpi e in esso si ritrovano esempi di tutti gli stili architettonici dal romanico fino al tardo-gotico. Dal 1993 è compreso nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
"Quando un cineamatore riprende scene di un viaggio, di un party, o di altre speciali occasioni, e specie quando sta riprendendo i propri figli, sta innanzitutto cercando di far presa sul tempo, e, in ultima analisi, sta tentando di sconfiggere la morte. L'atto del fare cinema può quindi essere considerato nel suo complesso come una esteriorizzazione del processo della memoria." S. Brakhage, In difesa del cine-amatore, 1967
Caro navigatore che hai avuto l'incredibile fortuna di far naufragio sul mio blog, sei il benvenuto. Questo blog e’ qui per raccontarti un po’ di me attraverso la passione che ho per il cinema ed in particolare per quello amatoriale di viaggio. Non che mi aspetti che la cosa sia di alcun interesse per chiunque non mi conosca gia’. Condividere la nostra esperienza, significa offrire ad altri la possibilità di conoscerci così come noi ci percepiamo riscoprendo il nostro valore. Ci permette inoltre di trovare cose comuni e punti di contatto sentendosi così vicini e sviluppando sentimenti di unione. Il filmmaker è colui che realizza un corto, un documentario, uno spot pubblicitario, oppure realizza un prodotto audiovisivo curando tutte le fasi della realizzazione, dalla progettazione alla sceneggiatura, alle riprese, al montaggio. Una delle più importanti scoperte che feci ancora all'epoca in cui frequentavo le superiori è che il film è il più potente mezzo di comunicazione personale esistente sul pianeta. Nella propria tavolozza creativa, il film dà spazio a tutte le arti come fossero colori ben distinti: fotografia, musica, grafica, scrittura, belle arti, illustrazione, studi visivi e critici ecc. Il modo in cui un filmmaker miscela questi colori gli consente di imprimervi la propria firma, unica come la sua impronta.
Informazioni personali
- Filmmaker Italo
- Busto Arsizio, Varese, Italy
- Bolognese d'origine, trapiantato in Lombardia . Tra me ed i miei interessi c'è una correlazione talmente stretta che non saprei dire dove finiscano gli uni e cominci io o viceversa. Tra questi interessi prediligo la settima arte, mi piace un sacco imprimere in una ripresa un’azione, un momento di vita, quello che il mondo ci offre di bello e di brutto; diceva François Truffaut « Fare un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell'infanzia »
lunedì 24 dicembre 2012
Xmas 2012
A tutti coloro che seguono il mio blog gli Auguri di Buon Natale e un Felice Anno Nuovo con una clip di alcune riprese del Mercatino di Natale all'interno del Monastero di Maulbronn nel Baden-Württemberg (Germania); riprese eseguite all'inizio di dicembre.
Il monastero è un complesso situato nei pressi della cittadina tedesca di Maulbronn, costituito una cinta muraria risalente al XV-XVI secolo che racchiude numerosi edifici ed un'abbazia cistercense fondata nel 1147 e conservata pressoché intatta.
È considerato uno dei monasteri meglio conservati a nord delle Alpi e in esso si ritrovano esempi di tutti gli stili architettonici dal romanico fino al tardo-gotico. Dal 1993 è compreso nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
È considerato uno dei monasteri meglio conservati a nord delle Alpi e in esso si ritrovano esempi di tutti gli stili architettonici dal romanico fino al tardo-gotico. Dal 1993 è compreso nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
domenica 2 dicembre 2012
Novità per digitalizzare filmini 8 e Super8 16 mm
Molti sono coloro che approdano sul mio blog ricercando l'argomento della digitalizzazione di vecchie pellicole e alcuni di loro mi chiedono delucidazioni in merito.
A tal proposito voglio farvi partecipi di novità interessanti per fare l'operazione in casa propria con una spesa abbastanza contenuta. Cliccate il link sottostante e buon lavoro......
A tal proposito voglio farvi partecipi di novità interessanti per fare l'operazione in casa propria con una spesa abbastanza contenuta. Cliccate il link sottostante e buon lavoro......
sabato 10 novembre 2012
Con la mia cinepresa nelle Location del Grande cinema: Bar Harbor
La città di Bar Harbor è stata fondata sulla riva a nordest del Mount Desert Island , che i pellerossa Wabanaki conoscevano come Pemetic e che significa "catena montuosa" o "montagne viste da lontano." All'inizio di settembre 1604, l'esploratore francese Samuel de Champlain si incagliò con la sua imbarcazione su una sporgenza di roccia. Champlain nominò il luogo come Isles des Monts Deserti, che significa "isola di montagne brulle", diventando poi Mount Desert Island, la più grande isola del Maine sede del Acadia National Park.
Bar Harbor è meta di turisti provenienti da tutto il mondo. Le navi da crociera sono in porto da maggio a ottobre (il più delle volte nel mese di settembre). Bar Harbor ospita anche molti appassionati ciclisti di lunga distanza , in quanto è il capolinea settentrionale del percorso Atlantic Coast che termina a Key West , in Florida.Questi luoghi sono state location per i seguenti film:
- Pet Sematary (Cimitero vivente) di Mary Lambert - (1989) tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King
- The Cidre House Rules (Le regole della casa del sidro) di Lasse Hallström - (1999) tratto dall'omonimo romanzo di John Irving.
-Shutter Island di Martin Scorsese (2010)
giovedì 18 ottobre 2012
Con la mia cinepresa nelle Location del Grande cinema: Gloucester
È un importante centro per l'industria del pesce, nonché una popolare località turistica nel periodo estivo. Si affaccia sull'Atlantico verso Boston e Cape Cod.
Gloucester fu costruita sul Cape Ann da una spedizione organizzata dalla Compagnia Dorchester, inviata da Giacomo I nel 1623, per fondare quella che sarebbe divenuta la colonia di Massachussetts Bay. Di fatto, la data del 1623, fa sì che Gloucester possa vantare il fatto di essere il primo insediamento inglese della colonia, e registrata come città nel 1642. È in questo periodo che comincia anche ad apparire il nome "Gloucester".
E' località nota (Location) anche per il fatto che vi sono state girate scene di diversi film:
-THE GAME PLAN (Titolo in italiano Cambio di gioco) di Andy Fickman (2007)
-MOONLIGHT MILE (Titolo in italiano Voglia di ricominciare) di Brad Silberling (2001)
-THE PERFECT STORM (Titolo in italiano La Tempesta perfetta) di Wolfgang Petersen (1999)
-THE LOVE LETTER (Titolo in italiano La lettera d'amore) di Peter Ho-Sun Chan (1998)
-BLOWN AWAY (Titolo in italiano Follia esplosiva) di Stephen Hopkins (1994)
-AUTHOR AUTHOR (Titolo in italiano Papà sei una frana) di Arthur Hiller (1982)
-SMALL CIRCLE OF FRIENDS (Titolo in italiano Un piccolo circolo di amici) di Rob Choen (1980)
-THE CAREY TREATMENT (Titolo in italiano Il caso Carey) di Blake Edwards (1972)
-CAPTAINS CORAGEOUS (Titolo in italiano Capitani coraggiosi) di Victor Fleming (1935)
domenica 6 maggio 2012
Kloster Eberbach - Abbazia cistercense
L’Abbazia di Eberbach (in tedesco: Kloster Eberbach ) è un ex monastero cistercense vicino a Eltville nella valle del Reno, in Germania . A causa dei suoi imponenti edifici romanici e primo gotici è considerato uno dei luoghi più significativi del patrimonio architettonico in Assia . Nell'inverno del 1985/86 è stata la location per le scene interne del film " Il Nome della Rosa ". E’ una delle sedi principali del Rheingau Musik Festival .
È stata fondata nel 1136 da Bernardo di Chiaravalle, come il primo monastero cistercense sulla riva est del Reno, sul sito di una fondazione monastica precedente quella di Adalberto di Magonza , in un primo momento occupata da canonici agostiniani e poi da monaci benedettini..
Divenne ben presto uno dei monasteri più grandi e più attivi della Germania a cui seguirono: Schönau abbazia nei pressi di Heidelberg nel 1142; Otterberg abbazia nel Palatinato 1144; Abbazia Gottesthal vicino a Liegi nel 1155, e Arnsburg Abbazia nel Wetterau nel 1174. Al suo apice nei secoli 12 ° e 13 °, si stima che il numero di monaci presenti a Eberbach sia stato di circa 100 oltre a 200 fratelli laici .
L’Abbazia di Eberbach ebbe anche un grande successo economico, principalmente per effetto dei profitti della coltivazione dei vigneti e la conseguente produzione di vino. Almeno 14 membri della famiglia dei Conti di Katzenelnbogen furono sepolti nella chiesa abbaziale.Tra di loro c'era il conte Johann IV di Katzenelnbogen, che fu il primo a piantare i vitigni di Riesling, in un vigneto nel vicino villaggio di Rüsselsheim.
Si dice che nell'abbazia ci fosse una enorme botte di vino con un volume compreso tra ca. 50.000 e 100.000 litri, vino utilizzato dai ribelli del Rheingau, che si erano accampati appena sotto il monastero nella guerra dei contadini tedeschi del 1525,.
L'abbazia ha subito gravi danni durante le Guerra dei trent'anni , a partire con l'attacco dell'esercito svedese nel 1631. Molti oggetti di valore provenienti dalla chiesa e la biblioteca sono stati saccheggiati, ed i monaci furono costretti a fuggire, di cui solo 20 tornarono nel 1635 per iniziare una faticosa ricostruzione.
Il declino del sito avvenne con la Rivoluzione francese . L'abbazia smise la sua funzione il 18 settembre 1803 e il suo patrimonio e territorio divennero proprietà del principe Friedrich August di Nassau-Usingen .
È stata fondata nel 1136 da Bernardo di Chiaravalle, come il primo monastero cistercense sulla riva est del Reno, sul sito di una fondazione monastica precedente quella di Adalberto di Magonza , in un primo momento occupata da canonici agostiniani e poi da monaci benedettini..
Divenne ben presto uno dei monasteri più grandi e più attivi della Germania a cui seguirono: Schönau abbazia nei pressi di Heidelberg nel 1142; Otterberg abbazia nel Palatinato 1144; Abbazia Gottesthal vicino a Liegi nel 1155, e Arnsburg Abbazia nel Wetterau nel 1174. Al suo apice nei secoli 12 ° e 13 °, si stima che il numero di monaci presenti a Eberbach sia stato di circa 100 oltre a 200 fratelli laici .
L’Abbazia di Eberbach ebbe anche un grande successo economico, principalmente per effetto dei profitti della coltivazione dei vigneti e la conseguente produzione di vino. Almeno 14 membri della famiglia dei Conti di Katzenelnbogen furono sepolti nella chiesa abbaziale.Tra di loro c'era il conte Johann IV di Katzenelnbogen, che fu il primo a piantare i vitigni di Riesling, in un vigneto nel vicino villaggio di Rüsselsheim.
Si dice che nell'abbazia ci fosse una enorme botte di vino con un volume compreso tra ca. 50.000 e 100.000 litri, vino utilizzato dai ribelli del Rheingau, che si erano accampati appena sotto il monastero nella guerra dei contadini tedeschi del 1525,.
L'abbazia ha subito gravi danni durante le Guerra dei trent'anni , a partire con l'attacco dell'esercito svedese nel 1631. Molti oggetti di valore provenienti dalla chiesa e la biblioteca sono stati saccheggiati, ed i monaci furono costretti a fuggire, di cui solo 20 tornarono nel 1635 per iniziare una faticosa ricostruzione.
Il declino del sito avvenne con la Rivoluzione francese . L'abbazia smise la sua funzione il 18 settembre 1803 e il suo patrimonio e territorio divennero proprietà del principe Friedrich August di Nassau-Usingen .
lunedì 30 aprile 2012
Abbazia di San Giovanni in Venere
Una prima chiesa fu costruita intorno all’anno mille da Trasmondo, conte di Chieti dove sorgeva un tempio ottagonale in onore di Venere Conciliatrice.
L’abbazia odierna venne ampliata a partire dal 1165 ad opera dell’abate Odorisio assumendo solenni forme cistercensi. Nella facciata colpisce il portale in pietra e marmo detto della Luna (sec.XIII) ai cui lati troviamo lastre di marmo bianco scolpito che raccontano la storia di Giovanni Battista. Bellissime le tre absidi, raffinatissime e di gusto arabeggiante (1165).
All’interno la chiesa si presenta a tre navate, divise da dodici pilastri che sostengono archi ad ogiva. Il presbiterio è sopraelevato rispetto al piano dell’aula dove è collocato l’altare, costituito da un’antica lastra di marmo.
Sotto il presbiterio si trova la cripta, con volte a crociera e affreschi del XII e XIII secolo nei catini delle absidi.
Per maggiori informazioni consultate il sito:http://www.fondoambiente.it/upload/oggetti/Abbazia_Fossacesia.pdf
Questa clip è stata realizzata con alcune riprese la cui destinazione è il mio documentario "La costa dei trabocchi" in fase di post produzione
martedì 24 aprile 2012
I racconti del nostro pianeta: Il memoriale di Tsitsernakaberd
Oggi 24 aprile si commemora in tutto il mondo il 97° anniversario del Genocidio degli armeni: una delle pagine più oscure, ed al tempo stesso meno divulgate, della storia del XIX secolo. Genocidio perpetrato dall'Impero Ottomano prima e dai Giovani Turchi poi, ai danni delle popolazioni armene stanziate da sempre sul territorio che comprendeva la parte nord-orientale dell'attuale Turchia e sulle terre a nord dell'Impero Persiano su fino alle cime del Caucaso.
Sulla Collina delle Rondini, nei pressi di Yerevan, in omaggio alle vittime è stato edificato il memoriale al genocidio; sicuramente il monumento più cupo di tutta Yerevan.
Costituiscono il memoriale :
A) Il museo in cui sono raccolte testimonianze scritte ed immagini (spesso molto crude), dai massacri hamidiani in poi.
B) Il monumento, costituito da dodici lastroni inclinati la cui simbologia è suscettibile di svariate interpretazioni (la più corrente è che rappresentino le dodici regioni dell''Armenia storica)
Al centro dei lastroni si trova una fiamma eterna spesso circondata da fiori, che è il vero cuore del Memoriale.
In occasione del 24 aprile 2005, per le celebrazioni dei novant'anni dalla strage degli intellettuali stambulioti che dette il via allo sterminio pianificato, i fiori portati dai visitatori intorno alla fiamma hanno formato un mucchio alto circa due metri.
C) L'alto “obelisco” a forma di stelo
D) Il parco dove si trovano i piccoli alberi di pino piantati dai leader stranieri durante le visite ufficiali.
Sebbene questo possa essere un luogo particolarmente triste, il ricordo dell'esperienza della visita non si potrà mai dimenticare.
La clip che segue, tratta dal mio documentario "L'isola degli altipiani", è stata ripresa il 23 aprile 2010, vigilia del 95° anniversario del triste evento: "Il grande male".
sabato 14 aprile 2012
I racconti del nostro pianeta: Le oasi di montagna della Tunisia
Il paesaggio è assolutamente selvaggio e ostile, questo lo rende ancora più affascinante. Quando si giunge da questa parti, vicine ed economiche rispetto all’Italia, ci si sente immersi in una atmosfera totalmente differente e, automaticamente, si “recita” volentieri la parte dei viaggiatori amanti dell'avventura. Sulla catena montuosa aspra e frastagliata del Jebel en-Nebeg vicino all’Algeria, ma sempre in territorio tunisino, ecco che spiccano le cosiddette “Oasi di Montagna” di Chebika, Tamerza e Midès con panorami mozzafiato sugli Chott e sul deserto circostante.
Questa clip è stata realizzata con un estratto dal mio documentario "Colori d'Africa"
Questa clip è stata realizzata con un estratto dal mio documentario "Colori d'Africa"
martedì 10 aprile 2012
Video-saggio sull’uso dei film familiari come fonte e strumento di narrazione storica
Con questo post vorrei mostrare un video di quindici minuti realizzato dall’Università di Teramo:
"Sguardi incrociati, storie di emigranti fra l’Abruzzo e il Canada"
L’esistenza nella raccolta dell’Università di Teramo di tre fonti (legate al tema dell’emigrazione : partenza per il Canada per stabilirvisi - viaggio in visita a parenti ed amici e, infine, ritorno in patria dopo un periodo all'estero), tre fonti relative a tre periodi diversi ed appartenenti a tre distinti nuclei familiari.
Questa documentazione ha suggerito la possibilità di riflettere sul modo in cui la permanenza all’estero possa cambiare lo sguardo di chi rientra ai luoghi d'origine.
Il video ha una struttura a blocchi, semplice, che rispetta l’omogeneità dei tre gruppi di filmini usati, e viene introdotto da una sequenza iniziale che, precedendo il titolo e ponendosi quindi come antefatto, attribuisce un ruolo centrale al testo del commento.
1^ PARTE
2^ PARTE
".......Il ruolo della voce fuori campo, che dà il taglio interpretativo sia al film che al progetto in cui nasce, è sottolineato dalla scelta delle immagini, fotografie di emigranti più o meno note alternate a pochi fotogrammi tratti dai filmini familiari, sequenze così brevi da non consentire di identificare un personaggio o una situazione e che servono semplicemente ad illustrare ambienti e individui evocati dal commento.
Grazie all’uso del linguaggio cinematografico è stato possibile non rispettare la consequenzialità cronologica tipica della narrazione storica e seguire le vicende di tre diverse famiglie in periodi differenti: l’intersecarsi di punti di vista diversi ha fatto emergere alcuni degli elementi acquisiti dalla storiografia sulle migrazioni, come l’importanza dell’alimentazione e dei connessi riti della tavola. In questo caso l’abbondanza di immagini legate ai pasti ha quasi imposto di sottolineare il ruolo centrale della convivialità nella vita degli emigranti e, rispettando il modo in cui i pranzi sono stati ripresi nei film delle diverse famiglie, sono stati messi in luce i differenti aspetti già sottolineati dalle ricerche: da un lato le ragioni culturali e simboliche legate al permanere di una cucina tradizionale, che rinforza il legame col paese d’origine ed esorcizza la memoria della fame perpetuando un’abbondanza non più necessaria; dall’altro, il ruolo giocato dalla convivialità nel rinsaldare i legami familiari allargati.
In altri casi invece sono state le singole sequenze, talvolta brevi e apparentemente slegate dal contesto, a sviluppare un percorso di ricerca tra le immagini per far emergere alcuni temi che, ben conosciuti dalla ricerca storica, erano quasi «nascosti» fra le inquadrature.
In un veloce passaggio, ad esempio, c’è un uomo che suona una fisarmonica e il cui sguardo, dapprima rivolto verso la cinepresa, scende verso il basso; l’obiettivo lo segue fino a scoprire un bambino che
compie gli stessi gesti. La sequenza mostra con immediatezza e semplicità una sorta di «passaggio del testimone» della tradizione, illustra quel processo di costruzione di gruppi con un forte senso dell’appartenenza etnica, appena mitigata dalla necessità di adattarsi alla comunità di accoglienza, che è stato oggetto di molti studi dedicati alle diverse Little Italy. Guardando nuovamente le immagini dei film degli emigranti da questa angolazione sono però emersi altri elementi, sfumature forse meno note di questo senso della comunità: infatti quest’ultimo è sembrato essere inseguito da chi si recava all’estero per un breve soggiorno con un’attenzione quasi maggiore a quella degli stessi emigranti, come a voler cercare fuori dall’Italia la conferma di una certa immagine del paese, inevitabilmente oleografica, «l’immobilità di una tradizione rassicurante e di un Abruzzo ampiamente immaginario».
Infine, talvolta è stato l’uso di una narrazione tipicamente cinematografica a far emergere i nessi fra le immagini sollevando nuove domande: così, ad esempio, il montaggio alternato di frammenti di pellicole provenienti da luoghi e tempi diversi ha permesso di evidenziare quanto la modernità e l’accesso al consumo modellino le generazioni fin quasi ad annullare le distanze tra chi è emigrato e chi è rimasto, lasciando affiorare una questione ancora adesso attuale e, per ora, senza risposte, quella dell’identità: «In quali radici riconoscersi quando le usanze, i costumi, i modi di pensare si trasformano?»......"
mercoledì 4 aprile 2012
I Beni Culturali e la mia cinepresa - Civita di Bagnoregio
Il colle tufaceo su cui sorge Civita è minato alla base dalla continua erosione di due torrentelli che scorrono nelle valli sottostanti e dall’azione delle piogge e del vento: si sta dunque sgretolando, lentamente ma inesorabilmente.
Il destino quasi segnato del luogo, il paesaggio irreale dei calanchi argillosi che assediano il borgo, i loro colori tetri che contrastano con quelli dorati del tufo, fanno di Civita un luogo unico, solare e crepuscolare insieme, vivo o spettrale, a seconda dell’umore di chi la guarda dal precipizio del Belvedere, conclusione “aerea” - quasi - del centro storico di Bagnoregio.
Addentrandosi nell’abitato (si fa per dire: vi vivono poche persone), il primo importante monumento che si incontra è la Porta S. Maria, sormontata da una coppia di leoni che artigliano due teste umane, simbolo dei tiranni sconfitti dai bagnoresi.Più avanti la via S. Maria si apre nella piazza principale, dove si può ammirare la romanica Chiesa di S. Donato rimaneggiata nel XVI secolo.
Il destino quasi segnato del luogo, il paesaggio irreale dei calanchi argillosi che assediano il borgo, i loro colori tetri che contrastano con quelli dorati del tufo, fanno di Civita un luogo unico, solare e crepuscolare insieme, vivo o spettrale, a seconda dell’umore di chi la guarda dal precipizio del Belvedere, conclusione “aerea” - quasi - del centro storico di Bagnoregio.
Addentrandosi nell’abitato (si fa per dire: vi vivono poche persone), il primo importante monumento che si incontra è la Porta S. Maria, sormontata da una coppia di leoni che artigliano due teste umane, simbolo dei tiranni sconfitti dai bagnoresi.Più avanti la via S. Maria si apre nella piazza principale, dove si può ammirare la romanica Chiesa di S. Donato rimaneggiata nel XVI secolo.
I palazzi rinascimentali si impongono nelle viuzze con le tipiche case basse con balconcini e scalette esterne dette “profferli”, tipiche dell’architettura viterbese del medioevo.
sabato 31 marzo 2012
I Beni Culturali e la mia cinepresa - L'Ara Pacis Augustae - Roma
Dalla guida di Travel Italia:
L'Ara Pacis è una delle più alte espressioni dell'arte augustea e insieme un'opera dai profondi rimandi simbolici, che acquistano significato nel quadro del passaggio storico dalla Repubblica al nuovo assetto imperiale. L'altare fu costruito nell'area del Campo Marzio, presso la Flaminia, dal 13 al 9 a.C., per celebrare le imprese di Augusto nelle provincie occidentali dell'Impero. A testimonianza del rapporto diretto con il personaggio, il monumento fu noto come "Ara Pacis Augustae". Con tutta probabilità, l’opera fu eseguita da scultori neoattici attivi a Roma nel I sec. a.C. L'impianto è definito da un recinto marmoreo rettangolare riccamente decorato da bassorilievi con una larghezza approssimativa di 10 metri ed una lunghezza di appena un metro superiore. L'altare centrale, dove si svolgevano i sacrifici rituali, si raggiunge da due aperture poste al centro dei lati più corti del recinto e risulta in posizione rialzata rispetto al perimetro della struttura. Il maggiore interesse artistico è dato dai bassorilievi organizzati in fasce sovrapposte e pannelli che ricoprono interamente le superfici interne ed esterne del recinto ed in parte l'altare centrale. Il fine celebrativo dell'opera è testimoniato direttamente dalla presenza dell'Imperatore Augusto e di Agrippa fra i personaggi rappresentati, ma anche, sul lato occidentale, sia dalle scene dedicate ad Enea, considerato il capostipite della gens Julia alla quale lo stesso Augusto apparteneva, sia da quelle che ricordano l'origine divina di Roma con la lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo sotto lo sguardo del padre, il dio Marte. Completano le decorazioni dell'Ara Pacis fregi di carattere naturalistico, con bassorilievi di piante e piccoli animali e la "Tellus", la divinità che rappresenta la personificazione della pace e della prosperità che l'impero di Roma si apprestava a vivere grazie alle imprese di Augusto.
venerdì 23 marzo 2012
mercoledì 14 marzo 2012
I Beni Culturali e la mia cinepresa - Il castello di Palmoli
Sulla sommità di un colle, sulla destra idrografica del fiume Treste, Palmoli si distingue da lontano per il suo Castello, che ne costituisce il punto più alto attorno al quale si sviluppa il borgo, con la tipica forma allungata degli insediamenti di crinale.
Il Castello Marchesale è il monumento più significativo ed è stato dichiarato monumento nazionale sin dal 1928 . L'intero complesso fortificato si compone di mura difensive e di un torrione a pianta dodecagonale inglobato nel Palazzo marchesale (del XV sec.) con l'annessa cappella di San Carlo (XVIII sec.) in attesa di restauri. Nel Castello, sede municipale, è stata ricavata inoltre, la sede del Museo della Civiltà Contadina.
All'interno del borgo, poco distante dal castello, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di stile toscano composito, ricca di stucchi, quadri, statue e decori. La chiesa accoglie al suo interno la teca di bronzo con il corpo (si dice) del Santo Patrono di Palmoli, San Valentino Martire.
Il Castello Marchesale è il monumento più significativo ed è stato dichiarato monumento nazionale sin dal 1928 . L'intero complesso fortificato si compone di mura difensive e di un torrione a pianta dodecagonale inglobato nel Palazzo marchesale (del XV sec.) con l'annessa cappella di San Carlo (XVIII sec.) in attesa di restauri. Nel Castello, sede municipale, è stata ricavata inoltre, la sede del Museo della Civiltà Contadina.
All'interno del borgo, poco distante dal castello, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di stile toscano composito, ricca di stucchi, quadri, statue e decori. La chiesa accoglie al suo interno la teca di bronzo con il corpo (si dice) del Santo Patrono di Palmoli, San Valentino Martire.
domenica 11 marzo 2012
BUON COMPLEANNO BLOG!
Eccoci qui… "Filmmaker per passione", un anno dopo.
Esattamente un anno fa scrivevo i miei primi post. È incredibile, ripensando a questo anno, quante cose sono successe!
Questo blog è stato, nonostante le mie pause, i miei tempi a volte frenetici e a volte rilassati, una costante importante. È stato qualcosa da coltivare, da far crescere e da seguire, che mi ha portato piccole e grandi soddisfazioni.
Concludo con un GRAZIE per le vostre attenzioni, i vostri commenti e la vostra semplice presenza, un GRAZIE a tutti voi che mi avete letto e che mi state state leggendo ora, e che spero continuerete a farlo.
mercoledì 7 marzo 2012
I Beni Culturali e la mia cinepresa - La chiesa medievale di San Secondo a Cortazzone
Monumento Nazionale è un autentico gioiello dell’arte romanica in Piemonte, inserita con maestria nel paesaggio, attende i visitatori. Qui, nei secoli passati, i pellegrini che percorrevano la via Francigena vi sostavano per il riposo. Infatti, una cornice orizzontale di conchiglie, sopra il doppio arco di pietra dell’ingresso principale, indica la chiesa come luogo sul percorso delle vie francigene.
L’esterno è fittamente decorato nel lato SUD e nella zona absidale; il coronamento a scacchiera e la sequela degli archetti pensili; le belle monofore, figure e animali scolpiti, cornici, cordonature, fregi e intrecci floreali, dimostrano l’inesauribile fantasia degli artisti romanici di San Secondo in Cortazzone facendone uno scrigno prezioso di simbologia medioevale.
L’austero interno è formato da tre navate, terminanti con un abside. Nel catino dell’abside centrale, un trecentesco affresco, raffigurante il Cristo docente assiso fra San Gerolamo cardinale e San Secondo martire, patrono di Cortazzone. Degne di nota le sculture sui capitelli delle colonne e dei pilastri, tutte diverse tra loro.
L’esterno è fittamente decorato nel lato SUD e nella zona absidale; il coronamento a scacchiera e la sequela degli archetti pensili; le belle monofore, figure e animali scolpiti, cornici, cordonature, fregi e intrecci floreali, dimostrano l’inesauribile fantasia degli artisti romanici di San Secondo in Cortazzone facendone uno scrigno prezioso di simbologia medioevale.
L’austero interno è formato da tre navate, terminanti con un abside. Nel catino dell’abside centrale, un trecentesco affresco, raffigurante il Cristo docente assiso fra San Gerolamo cardinale e San Secondo martire, patrono di Cortazzone. Degne di nota le sculture sui capitelli delle colonne e dei pilastri, tutte diverse tra loro.
venerdì 2 marzo 2012
I Beni Culturali e la mia cinepresa -Le fontane di Villa d'Este a Tivoli
La breve clip che segue è stata realizzata digitalizzando quella originale in pellicola Super8, eliminando in fase di postproduzione le giunture del montaggio originale, ed inserendo la colonna sonora musicale con il sottofondo del rumore del proiettore.
Estratto dal Sito Ufficiale Villa d'Este - Tivoli :
Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano e inserita nella lista UNESCO del patrimonio mondiale, con l’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco.
Il giardino va per di più considerato nello straordinario contesto paesaggistico, artistico e storico di Tivoli, che presenta sia i resti prestigiosi di ville antiche come Villa Adriana, sia un territorio ricco di forre , caverne e cascate, simbolo di una guerra millenaria tra pietra e acque. Le imponenti costruzioni e le terrazze sopra terrazze fanno pensare ai Giardini pensili di Babilonia, una delle meraviglie del mondo antico, mentre l’adduzione delle acque, con un acquedotto e un traforo sotto la città, rievoca la sapienza ingegneristica dei romani.
Il cardinale Ippolito II d’Este, dopo le delusioni per la mancata elezione pontificia, fece rivivere qui i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e rinascere la magnificenza di Villa Adriana. Governatore di Tivoli dal 1550, carezzò subito l’idea di realizzare un giardino nel pendio dirupato della “Valle gaudente”, ma soltanto dopo il 1560 si chiarì il programma architettonico e iconologico della Villa, ideato dal pittore-archeologo-architetto Pirro Ligorio e realizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani.
domenica 26 febbraio 2012
I Beni Culturali e la mia cinepresa -Chiesa abbaziale Nonantola
L'edificio attuale è databile attorno alla prima parte del XII secolo. Profondamente alterato con l'edificazione di volte a crociera e l'interramento della cripta nel XV secolo e con ancora maggiori modifiche strutturali nei secoli XVII e XVIII, fu ripristinato in forme romaniche tra il 1913 e il 1917 secondo i criteri dell'epoca.
Per saperne di più:
http://www.abbazia-nonantola.net/
http://www.abbazia-nonantola.net/
martedì 14 febbraio 2012
Carnevale a Venezia
Siamo nel periodo di Carnevale:
Quella del teatro come tema dominante del Carnevale 2012 è una scelta che stabilisce un legame con la storia veneziana: dal Cinquecento e fino alla fine della Repubblica Serenissima, il Carnevale coincideva in Laguna con la stagione teatrale. Si andava a teatro mascherati – tranne le donne da marito che invece mostravano il volto scoperto - , si frequentavano i ridotti, le bische dove si trascorreva la serata giocando d'azzardo e conversando amabilmente, si partecipava a lussuose feste in maschera. Insomma per tutto il periodo del Carnevale la maschera era d'obbligo e, contemporaneamente, la vita assumeva dei contorni teatrali nell'interpretazione di diversi caratteri umani, di molteplici esistenze e identità.
Durante il Carnevale gli spettacoli avevano il proprio culmine non solo nei teatri al coperto ma anche nei campi e nelle piazze con teatralizzazioni d'ambiente e spettacoli di ogni tipo. Se si parla di teatro non si può non citare Carlo Goldoni e la sua Commedia dell'arte, formula narrativa medievale ravvivata, nel corso del Settecento, dall'illustre drammaturgo.Le tradizioni legate al Carnevale e al teatro veneziano sono vive anche oggi e si arricchiscono di un programma di eventi che per tre settimane veste la città in maschera e la trasforma in un Grande Teatro all'aperto.
venerdì 27 gennaio 2012
Con la mia cinepresa in sotteraneo - Miniera Val Ridanna
Il tesoro minerario di Monteneve generò grande sofferenza e, nel contempo, grandi ricchezze! Monteneve è una delle miniere più alte d'Europa nel massiccio tra la Val Ridanna e la Val Passiria nel Sudtirolo, si estende tra i 2000 e i 2650 m. Per all'incirca un millennio, eserciti di minatori estrassero minerali preziosi come argento, piombo e zinco in situazioni climatiche e lavorative estreme. Scavavarono un labirinto di gallerie e pozzi di una lunghezza complessiva tra 130 - 150 km. L'estrema posizione d'isolamento della miniera portò alla costruzione dell'impianto di trasporto su rotaia a cielo aperto più grande del mondo. Regnanti, vescovi e potenti famiglie raggiunsero attraverso la miniera grande fama e ricchezza, mentre numerosi furono i minatori che perirono precocemente. Ciò nonostante da sempre i minatori furono molto orgogliosi del loro lavoro e della loro posizione sociale. La popolazione locale è legata ancora oggi alla secolare tradizione mineraria. La miniera chiuse definitivamente i battenti nel 1985, e venne trasformata in una straordinaria ed unica miniera da visitare.
Per conoscerne la storia : http://youtu.be/xCKettlXkiw
domenica 22 gennaio 2012
Con la mia cinepresa in sotteraneo - Nelle viscere del San Gottardo
Con la costruzione della nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA) nasce un collegamento ferroviario rapido ed efficiente. Il cuore della nuova linea è costituito dalle due gallerie di base del San Gottardo e del Ceneri. Questo collegamento ferroviario consente ai treni di attraversare le Alpi con pendenze minime e ampie curve. Il punto più alto è ad appena 550 metri sul mare, l'altitudine della città di Berna.
L'asse NTFA del San Gottardo è il progetto di ingegneria civile più imponente della Svizzera. Con la costruzione della nuova ferrovia del San Gottardo la Svizzera realizza in Europa uno dei maggiori progetti per la tutela dell'ambiente. La ferrovia di pianura contribuisce a proteggere la regione alpina.
Si ritiene che la galleria di base del San Gottardo possa entrare in funzione nel 2016, la galleria di base del Ceneri, alla fine del 2019.
Nel 2009 ho visitato l'Infocentro sud e il cantiere della stazione multifunzione di Faido di cui a seguire la clip che ho realizzato.
Per saperne di più e vedere foto gallery e filmati:http://www.alptransit.ch/it/progetto/il-progetto.html
L'asse NTFA del San Gottardo è il progetto di ingegneria civile più imponente della Svizzera. Con la costruzione della nuova ferrovia del San Gottardo la Svizzera realizza in Europa uno dei maggiori progetti per la tutela dell'ambiente. La ferrovia di pianura contribuisce a proteggere la regione alpina.
Si ritiene che la galleria di base del San Gottardo possa entrare in funzione nel 2016, la galleria di base del Ceneri, alla fine del 2019.
Nel 2009 ho visitato l'Infocentro sud e il cantiere della stazione multifunzione di Faido di cui a seguire la clip che ho realizzato.
Per saperne di più e vedere foto gallery e filmati:http://www.alptransit.ch/it/progetto/il-progetto.html
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venerdì 13 gennaio 2012
Con la mia cinepresa in sotteraneo - Miniera di talco
C'è stato un tempo, narrano le cronache antiche, in cui la Val Germanasca era chiamata "Valle Scura" per l'impenetrabile ricchezza dei suoi boschi, per la complessità orografica e per la difficoltà di accesso.
Ora questa parte viene identificata come "Valle Bianca", in riferimento alle sue due principali ricchezze: la neve, abbondante soprattutto nell'Alta Valle, e il talco, il famoso "Bianco delle Alpi", come era conosciuto nei secoli scorsi, fin dal 1700.
Veniva estratto e lavorato in uno dei più importanti complessi minerari d’Europa: la Miniera Paola e la Miniera Gianna.
Il complesso è situato poco sopra l'abitato di Prali, sulla sinistra orografica del Germanasca. Sul piazzale annesso all'imbocco della galleria si trovano tre edifici che un tempo erano adibiti ad uffici, officina ed alloggi. Le strutture di lavorazione sono in cemento armato, mentre gli edifici abitativi sono in pietra a vista. Ora il sito è riutilizzato dalla Comunità Montana a fini culturali e turistici ed ha un ruolo cardine nel progetto di valorizzazione della valle (Scopriminiera). È possibile infatti visitare 1500 m di sotterraneo, compreso un tragitto in trenino. Lungo il percorso di visita, vari pannelli esplicativi e materiale espositivo, permettono di effettuate una esauriente lettura dei processi lavorativi, mentre negli edifici esterni sono stati allestiti un punto di accoglienza, un Museo delle principali attività di valle ed un Centro di documentazione-laboratorio sull'attività mineraria.
Ora questa parte viene identificata come "Valle Bianca", in riferimento alle sue due principali ricchezze: la neve, abbondante soprattutto nell'Alta Valle, e il talco, il famoso "Bianco delle Alpi", come era conosciuto nei secoli scorsi, fin dal 1700.
Veniva estratto e lavorato in uno dei più importanti complessi minerari d’Europa: la Miniera Paola e la Miniera Gianna.
Il complesso è situato poco sopra l'abitato di Prali, sulla sinistra orografica del Germanasca. Sul piazzale annesso all'imbocco della galleria si trovano tre edifici che un tempo erano adibiti ad uffici, officina ed alloggi. Le strutture di lavorazione sono in cemento armato, mentre gli edifici abitativi sono in pietra a vista. Ora il sito è riutilizzato dalla Comunità Montana a fini culturali e turistici ed ha un ruolo cardine nel progetto di valorizzazione della valle (Scopriminiera). È possibile infatti visitare 1500 m di sotterraneo, compreso un tragitto in trenino. Lungo il percorso di visita, vari pannelli esplicativi e materiale espositivo, permettono di effettuate una esauriente lettura dei processi lavorativi, mentre negli edifici esterni sono stati allestiti un punto di accoglienza, un Museo delle principali attività di valle ed un Centro di documentazione-laboratorio sull'attività mineraria.
Per saperne di più: http://www.scopriminiera.it/
mercoledì 4 gennaio 2012
Atmosfera natalizia a Roma
Sono appena tornato da Roma dove ho trascorso il periodo tra Natale e Capodanno ed ecco in una breve clip le luminarie natalizie di: Via Condotti, Via del Corso, Piazza Venezia, Via dei Fori Imperiali e infine Piazza Navona
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